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5 domande a Alan Piantoni
Cosa direste di voi o come vi descrivereste in un breve annuncio? Sono nato nel 1980 ed ho sempre vissuto ad Olivone, dopo aver lavorato
per 6 anni fuori Valle, nel 2003 ho avuto la fortuna e l'opportunità
di trovare un posto di lavoro a pochi metri da casa mia. Ho sempre
avuto delle enormi difficoltà a descrivere la mia persona; mi
definirei una persona seria ed impegnata che però tende ad affrontare
le cose con un pizzico di sana ironia. Sono molto autocritico e non mi
accontento facilmente dei risultati che ottengo. Il mio più grande
difetto è sicuramente la pigrizia, quelle poche volte che i miei
impegni me lo consentono, adoro oziare e dormire fino a tardi... Qual è la cosa più importante che fa in una normale giornata lavorativa? Il mio lavoro mi offre la grande opportunità di avere a che fare con
molte persone della Valle. La cosa più importante e la cosa che mi
piace di più nel mio lavoro, è quella di capire le esigenze dei miei
clienti ed aiutarli a realizzare i loro sogni, come quello di
edificare o di acquistare una casa, e ad affrontare e risolvere i
problemi con i quali sono confrontati. La sensazione di aver capito i
desideri della persona che ti sta di fronte e di essere riuscito in
qualche modo ad aiutarla, è davvero indescrivibile. Ci racconti un bell'aneddoto della sua vita. Mah, di aneddoti ce ne sarebbero davvero molti da raccontare... Ieri sono passato da Platta, nella Surselva, e mi è tornato alla mente
un aneddoto di qualche anno fa. All'età di circa sedici anni, con un
paio di amici abbiamo affrontato una trasferta che per molti versi
alla nostra età aveva tutto il sapore dell'avventura; a partire dal
mezzo di trasporto, un vecchio trattore Hürlimann con oltre mezzo
secolo di "vita" sulle spalle e al fatto che era forse la prima volta
che potevamo partire da soli e starcene in giro un paio di giorni in
"terra straniera". Il mezzo di trasporto non era casuale, infatti la
meta del nostro pellegrinaggio era un raduno di trattori d'epoca in
quel di Platta. Dopo oltre 5 ore di viaggio (io fungevo da passeggero
e vi assicuro che il parafango del vecchio Hürlimann non aveva la
comodità di una poltrona da salotto) siamo arrivati a destinazione e
al momento di riservare la nostra camera ho avuto modo di sfoggiare il
mio tedesco imparato l'anno prima durante un corso intensivo a Zugo.
Quando ho chiesto in buon tedesco il costo della camera doppia, la
signora mi ha risposto in tedesco che la camera costava 36 franchi, al
che il mio amico mi chiede: "Ma i'è discdott (18) par ün?" ovvero
"Sono 18 franchi a testa?", e prima ancora che potessi rispondergli è
intervenuta la signora rispondendogli in quello che a noi sembrava
dialetto di Olivone ma che ovviamente doveva essere romancio "Se se,
i'è discdott par ün" ossia "Si si, sono 18 franchi a testa".
Ovviamente la risposta ha suscitato l'ilarità del sottoscritto e dei
miei compagni di viaggio, a questo punto ormai convinti che per
dialogare con i nostri amici e vicini grigionesi non c'è bisogno di
sapere il tedesco... Ci racconti una novità della Valle di Blenio che per lei è importante. Le aggregazioni comunali lasciano ben sperare per un futuro dove la
progettualità, la coesione e l'unione lascino ben poco posto agli
antichi campanilismi. In un epoca come la nostra, nella quale anche
per merito o demerito della globalizzazione tutto è più grande e tutti
possono comunicare con tutti, è solo unendo le forze, abbandonando le
vecchie diatribe e proponendo dei progetti seri, realistici e
realizzabili che possiamo dare un futuro florido alla nostra Valle. Io
sono uno dei, purtroppo pochi, giovani che hanno trovato un posto di
lavoro vicino a casa. Trovo che molti più giovani bleniesi debbano
avere questa opportunità, ma è anche compito di noi giovani prendere
in mano le redini del nostro futuro ed essere in grado di contribuire
a creare questi posti di lavoro.
Un'altra realtà molto positiva è quella della "Fondazione Alpina delle
scienze per la vita", che grazie ai promotori che hanno creduto nella
nostra Valle ha creato un importante polo scientifico che contribuisce
a dare lustro alle nostre località e di creare posti di lavoro in
settori che purtroppo da noi sono poco presenti. Se lei fosse Consigliere di Stato, che cosa farebbe per la Valle? Credo di non invidiare la posizione dei nostri Consiglieri di Stato,
ovviamente possiamo rivolgere questa domanda ad ogni singolo cittadino
del nostro Cantone e la risposta sarà sempre diversa... Personalmente per la Valle e per le regioni periferiche in generale
istituirei una forma di aiuto leggermente diversa da quella messa in
atto negli ultimi anni. La legge LIM è ormai stata abolita, e la Nuova
politica regionale ben difficilmente riuscirà a risolvere i problemi
con i quali ci troviamo confrontanti. Trovo che oltre al sostegno
prettamente finanziario, la Confederazione e il Cantone dovrebbero
aiutare le regioni di montagna con un sostegno logistico e
scientifico. Provo a spiegarmi meglio, al giorno d'oggi per la buona
riuscita di un progetto è diventato quasi indispensabile il supporto
da parte di tutta una serie di esperti, parlo in particolare di
economisti e di esperti in marketing. Quello che il Cantone dovrebbe
offrire oltre alle agevolazioni finanziarie, anche per assicurarsi che
i soldi pubblici vengano spesi nel migliore dei modi, è proprio questo
tipo di consulenza.
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