5 domande a Alan Piantoni


Giovane olivonese, attento a tutto quel che succede nella sua Valle, lavora con serietà nel settore terziario, ma sa divertirsi con la musica e con i motori, piccoli e grandi. Dagli automodelli telecomandati, ai trattori, alle automobili. Quelle vere...
Alan Piantoni
6718 Olivone
nat: 079 293 67 44
email: alan@apmusic.ch
Cosa direste di voi o come vi descrivereste in un breve annuncio?
Sono nato nel 1980 ed ho sempre vissuto ad Olivone, dopo aver lavorato per 6 anni fuori Valle, nel 2003 ho avuto la fortuna e l'opportunità di trovare un posto di lavoro a pochi metri da casa mia. Ho sempre avuto delle enormi difficoltà a descrivere la mia persona; mi definirei una persona seria ed impegnata che però tende ad affrontare le cose con un pizzico di sana ironia. Sono molto autocritico e non mi accontento facilmente dei risultati che ottengo. Il mio più grande difetto è sicuramente la pigrizia, quelle poche volte che i miei impegni me lo consentono, adoro oziare e dormire fino a tardi...
Qual è la cosa più importante che fa in una normale giornata lavorativa?
Il mio lavoro mi offre la grande opportunità di avere a che fare con molte persone della Valle. La cosa più importante e la cosa che mi piace di più nel mio lavoro, è quella di capire le esigenze dei miei clienti ed aiutarli a realizzare i loro sogni, come quello di edificare o di acquistare una casa, e ad affrontare e risolvere i problemi con i quali sono confrontati. La sensazione di aver capito i desideri della persona che ti sta di fronte e di essere riuscito in qualche modo ad aiutarla, è davvero indescrivibile.
Ci racconti un bell'aneddoto della sua vita.
Mah, di aneddoti ce ne sarebbero davvero molti da raccontare... Ieri sono passato da Platta, nella Surselva, e mi è tornato alla mente un aneddoto di qualche anno fa. All'età di circa sedici anni, con un paio di amici abbiamo affrontato una trasferta che per molti versi alla nostra età aveva tutto il sapore dell'avventura; a partire dal mezzo di trasporto, un vecchio trattore Hürlimann con oltre mezzo secolo di "vita" sulle spalle e al fatto che era forse la prima volta che potevamo partire da soli e starcene in giro un paio di giorni in "terra straniera". Il mezzo di trasporto non era casuale, infatti la meta del nostro pellegrinaggio era un raduno di trattori d'epoca in quel di Platta. Dopo oltre 5 ore di viaggio (io fungevo da passeggero e vi assicuro che il parafango del vecchio Hürlimann non aveva la comodità di una poltrona da salotto) siamo arrivati a destinazione e al momento di riservare la nostra camera ho avuto modo di sfoggiare il mio tedesco imparato l'anno prima durante un corso intensivo a Zugo. Quando ho chiesto in buon tedesco il costo della camera doppia, la signora mi ha risposto in tedesco che la camera costava 36 franchi, al che il mio amico mi chiede: "Ma i'è discdott (18) par ün?" ovvero "Sono 18 franchi a testa?", e prima ancora che potessi rispondergli è intervenuta la signora rispondendogli in quello che a noi sembrava dialetto di Olivone ma che ovviamente doveva essere romancio "Se se, i'è discdott par ün" ossia "Si si, sono 18 franchi a testa". Ovviamente la risposta ha suscitato l'ilarità del sottoscritto e dei miei compagni di viaggio, a questo punto ormai convinti che per dialogare con i nostri amici e vicini grigionesi non c'è bisogno di sapere il tedesco...
Ci racconti una novità della Valle di Blenio che per lei è importante.
Le aggregazioni comunali lasciano ben sperare per un futuro dove la progettualità, la coesione e l'unione lascino ben poco posto agli antichi campanilismi. In un epoca come la nostra, nella quale anche per merito o demerito della globalizzazione tutto è più grande e tutti possono comunicare con tutti, è solo unendo le forze, abbandonando le vecchie diatribe e proponendo dei progetti seri, realistici e realizzabili che possiamo dare un futuro florido alla nostra Valle. Io sono uno dei, purtroppo pochi, giovani che hanno trovato un posto di lavoro vicino a casa. Trovo che molti più giovani bleniesi debbano avere questa opportunità, ma è anche compito di noi giovani prendere in mano le redini del nostro futuro ed essere in grado di contribuire a creare questi posti di lavoro. Un'altra realtà molto positiva è quella della "Fondazione Alpina delle scienze per la vita", che grazie ai promotori che hanno creduto nella nostra Valle ha creato un importante polo scientifico che contribuisce a dare lustro alle nostre località e di creare posti di lavoro in settori che purtroppo da noi sono poco presenti.
Se lei fosse Consigliere di Stato, che cosa farebbe per la Valle?
Credo di non invidiare la posizione dei nostri Consiglieri di Stato, ovviamente possiamo rivolgere questa domanda ad ogni singolo cittadino del nostro Cantone e la risposta sarà sempre diversa... Personalmente per la Valle e per le regioni periferiche in generale istituirei una forma di aiuto leggermente diversa da quella messa in atto negli ultimi anni. La legge LIM è ormai stata abolita, e la Nuova politica regionale ben difficilmente riuscirà a risolvere i problemi con i quali ci troviamo confrontanti. Trovo che oltre al sostegno prettamente finanziario, la Confederazione e il Cantone dovrebbero aiutare le regioni di montagna con un sostegno logistico e scientifico. Provo a spiegarmi meglio, al giorno d'oggi per la buona riuscita di un progetto è diventato quasi indispensabile il supporto da parte di tutta una serie di esperti, parlo in particolare di economisti e di esperti in marketing. Quello che il Cantone dovrebbe offrire oltre alle agevolazioni finanziarie, anche per assicurarsi che i soldi pubblici vengano spesi nel migliore dei modi, è proprio questo tipo di consulenza.

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