Blenio Café
PARC ADULA
marcello
inserito il: 24.6.2009 0:57
Direi che ad essere impallinato non è stato il Parco ma piuttosto i loro promotori!
fiordaliso
inserito il: 25.6.2009 21:24
Impallinati: certamente. Errori di presentazione: posso anche concordare. Però diciamola tutta: i fucili caricati, e le pallottole erano già uscite dalla canna … e questi non avevano ancora cominciato a parlare. Lo striscione lo si vedeva salendo non scendendo.

Penso che i contributi sotto indicano che più di una persona non si è identificata nel “chiassoso” tentativo di alcuni (diligentemente riportato dalla stampa) di dichiarare l’intera regione contro il progetto Parco Adula.

Ma detto ciò preferisco concentrarmi sulle preziosissime informazioni fornite da Marcello. Inizio da quella sulla composizione del “Consiglio di fondazione del Parco engadinese” e lasciando ad una futura visita le altre, anche preziosissime, informazioni.

Qui sarebbe veramente utile capire cosa propone il progetto: non solo il mandato, ma anche la composizione di tale Consiglio. La domande che sorgono sono: “Come funzionerà la gestione del Parco?”, “Come e quale partecipazione avranno le regioni interessate?” “Si replicherà il modello engadinese?”

Chiaramente la partecipazione di Pro Natura e dell’Accademia svizzera delle scienze naturali mi sembra lecita (dopotutto parliamo di una riserva naturale che necessita una base scientifica) ma questo progetto interessa una complessa composizione politica/geografica (e per politica non intendo la “partitica” locale) che vede due cantoni, quattro regioni, e non ricordo adesso quanti comuni … senza considerare la questione culturale delle tre lingue. Come verrà rappresentata questa complessa unicità?
marcello
inserito il: 30.6.2009 13:31
Buongiorno a tutti,
riporto qui di seguito alcune considerazioni e delle risposte del coordinatore di un gruppo guide attivo principalmente nel Parco Val Grande.
Le domande erano:
-La vostra associazione organizza gite di diverso genere all'interno del parco, la vostra attività si svolge durante tutto l'anno?
-La vostra attività riesce a garantire una occupazione stabile e regolare sui 12 mesi?

Signor Monighetti buongiorno,
no, non mi sono dimenticato ma la risposta alla sua richiesta aveva bisogno di essere ponderata.

Conosco bene la sua valle e uno/due volte all'anno organizziamo una gita da quelle parti (la più frequente è Lucomagno, passo dell'Uomo, lago Ritom, Piotta).
Devo anche dire che si fa fatica a trovare clienti che vogliano venire nella vostra valle semplicemente perchè non la conoscono: a questo proposito se la valle entrasse in un Parco la conoscenza e la frequentazione aumenterebbero sicuramente.

Analoga situazione abbiamo avuto nella nostra provincia dove esiste il Parco Nazionale della Valgrande, il parco regionale Devero-Veglia (ora associata alla vallesana Binntal) e altre 10 realtà protette ed è innegabile che la loro costituzione abbia incrementato la richiesta turistica.

Detto questo, e non conoscendo a fondo i vincoli della legge svizzera, mi è difficile fare una valutazione costi/benefici sull'istituzione di un parco all'Adula questo dipenderà molto dalla volontà delle popolazioni locali di appropriarsi e far loro una gestione del territorio dal quale ricavare risorse in modo diverso da quanto per secoli erano abituate a fare.

ora rispondo alle domande precisando che la particolarità del Parco Valgrande; scarsità di sentieri, lpercorsi generalmente pericolosii, scarsa o nulla capacità ricettiva, impossibilità di frequentazione durante il periodo invernale, non è possibile utilizzare mountain bike nè sciare, ne fanno un caso limite e non credo si possa abbinare al 100% al vostro.

Da aprile/maggio a novembre orgnizziamo gite e trekkingi nel parco. I clienti sono generalmente cittadini che vengono dalle città del nord Italia. Con l'istituzione del Parco si è notato un aumento vertiginoso delle presenze di turisti stranieri soprattutto di lingua tedesca. Come può ben capire non stiamo comunque parlando di masse oceaniche ma di qualche migliaio di persone.
Nei mesi invernali l'attività principale è quella di educazione Ambientale rivolta alle scuole che si tengono all'interno o nei dintorni dei paesi del parco.

Siamo nati con il Parco (da qui il nostro nome di guidewilderness) e ancora siamo sul mercato offrendo lavoro come guide il cui numero oscilla tra le 4 e le 7 persone. Il nostro lavoro ci permette di avere lo stesso reddito di un impiegato svolgendo però un lavoro che ci piace e all'aria aperta.

Ultima considerazione: se non ci fosse stato il Parco noi non saremmo mai nati.

Questo è quanto mi sento di dirle sapendo benissimo che la nostra realtà imprenditoriale è ben poca cosa di fronte agli interessi complessivi di un intero territorio ma questo mi aveva chiesto e a questo ho risposto.

Sempre disponibile ad ulteriori approfondimenti e o chiarimenti.

Voglia gradire i nostri più cordiali saluti

Per Guidewilderness
il coordinatore
Renato bavagnoli
Moderatrici
inserito il: 7.7.2009 4:54
Cari utenti di BC interessati a questa tematica,

visto che la cosa può interessare anche i cacciatori bleniesi (e non solo) e facendo seguito alla gentile richiesta di alcuni utenti del forum, vi proponiamo qui una traduzione di alcuni passaggi dell'articolo di Peter Vonow, redattore della Rivista "Bündner Jäger", articolo apparso a pagina 5 del numero di giugno scorso e citato da Marcello nel suo post del 17.6.2009, con link al testo in tedesco.

Ovviamente vi proponiamo qui solo alcuni passaggi, essendo l'articolo assai troppo lungo. Il consiglio, per avere una corretta visione d'assieme, è quello di leggerlo per intero. Per gli utenti del forum, abbiamo estrapolato qualche passaggio "forte", anche provocatorio, e che potrebbe rilanciare la discussione. Buona lettura.

*****************************************
NATIONALPARK IN SICHTt?

Parco Nazionale in vista?

di Peter Vonow

(...)
La superficie del Parco progettato (Parc Adula) è di 960km2, di cui tra i 170 e i 200km2 in zona nucleo. La sola zona nucleo del PA sarebbe più grande dell’attuale Parco Nazionale dell’Engadina. Le bandite di caccia nella zona della Greina ricoprono quasi la metà della superficie della zona nucleo.
(...)
Secondo il progetto del PA, nelle zone periferiche deve rimanere possibile la pratica dell’agricoltura tradizionale e della selvicoltura. Tuttavia, ciò che questo significa concretamente non è ancora definito in modo chiaro. I promotori del PA non sembrano percepire, però, che la caccia, proprio come l’agricoltura e la selvicoltura, appartiene alle attività tradizionali e produttrici di materie prima. Questo fatto è un errore. Specialmente la caccia bassa subirà una forte pressione.
(…)
...uno dei problemi maggiori del Parco è il pericolo di concentrazione della selvaggina, come conosciamo bene nell’attuale Parco Nazionale. Se le bandite di caccia attuali si trovano tutte all’interno della zona nucleo, non sarebbe più possibile nessun intervento venatorio efficace. I grandi predatori potranno risolvere il problema? Sicuramente non nei prossimi decenni. A chi serve allora questo progetto? Evidentemente solo al turismo e non alla natura medesima. Qui sta il punto dolente.
(...)
Il nostro bel paesaggio, unico e modellato dall’Uomo da millenni, è proprio così bello e ricco di specie poiché è il frutto del sensato equilibrio tra l’utilizzo del territorio e la natura. Non dobbiamo tornare in dietro, all’ambiente selvaggio, bensì dobbiamo salvaguardare dal declino il nostro paesaggio e le conoscenze culturali ad esso legate. Quel che sta succedendo oggi, seguendo un modello americano, è una svendita del nostro territorio, della nostra Patria. E' proprio contro ciò che devono difendersi i cacciatori, assieme agli alpinisti, alle guardie forestali, ai contadini e agli agricoltori. Non siamo noi, cacciatori, gli avversari della natura, bensì quelle cerchie di persone che, con il pretesto della protezione della natura, vogliono degradare la nostra natura ad un Walt Disney Show.
(...)

Fonte: "Nationalpark in Sicht?", di Peter Vonow, "Bündner Jäger", mese giugno, p.5, 2009.

daniele
inserito il: 7.7.2009 15:56
La Legge e l'Ordinanza ci sono e dettano esattamente quello che si deve fare e quello che non si può fare.

Quindi, c'è poco da girare in giro! È anche giusto proseguire nello studio, ma ad un bel momento si dovranno dare, ai signori di Berna, le giuste ed insindacabili nostre condizioni, senza peli sulla lingua e cioé; o così o niente!!
Le giuste condizioni si dovranno ponderare attentamente e devono andare bene a noi tutti attori e proprietari del nostro territorio. Se poi, ai Signori che dirigono l'Europa non va bene, che vadano a rinfrescarsi e a vedere l'orso da un'altra parte.

Giusta l'osservazione dell'amico grigionese. I Parchi vanno bene in America, che ha gli spazi e la giusta morfologia del territorio (però in mezzo ci passano le autostrade di 20 metri di larghezza). Andare a vedere per rendersene conto!

Questa riflessione me la diceva pure una decina d'anni fà un caro amico italiano ex presidente del Club Alpino di quel Paese e professore d'antropologia alpina in una grande università e per di più uno dei primi promotori di un Parco vicino ai nostri confini cantonali. Mi diceva esattamente: lasciateli fare agli americani... Tutto dire!!

Altra riflessione (e vi rimando al mio intervento del 28 agosto 2006): perchè tutti gli altri progetti (Val des Bains, Mouveran, Zermatt, eccetera) sono stati accantonati?

Ciò non vuol dire che bisogna fare come gli altri, ma è un atout in più eventualmente (visto che più nessuno in Svizzera vuole regalare territorio) per dettare le regole fino alla fine. E poi, se proprio ne vale la pena, e solo allora si può anche decidere per il sì o per il no! Ma deve proprio valerne la pena!
mara
inserito il: 11.7.2009 23:03
Saluti a tutti,
ho letto nella cronaca odierna l'articolo riportato qua sotto, apparso su GpP di oggi, sabato 11 luglio.

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Sinceramente, a titolo personale, un paio di osservazioni dette dai membri del Gruppo promotore Riccardo Tamoni e Fabrizio Keller mi lasciano un po', per non dire molto..., perplessa...

La prima, e cito:

"A disturbare, come nel caso di Olivone, è però il metodo degli oppositori, che hanno utilizzato anche parole pesanti" (affermazione di Tamoni).

-> a parte il fatto che "gli oppositori" - che io sappia - non si sono formalizzati in gruppo e quindi non hanno deciso nessuna "tattica", posso concordare che in un caso, al massimo due, sono volate alcune parolacce, certo sgarbate; tuttavia ritengo che - non essendo la prima serata del genere che mi trovo a seguire - gli altri interventi sono stati tutti documentati, più che leciti, interessanti, presentati in tono pacato ed erano, a mio avviso, "sintomo" di una popolazione che vuole essere informata, che vuole sapere (quel che fino a quel momento non sapeva...)

Seconda, e cito di nuovo:

«Il problema – annota Fabrizio Keller – è che spesso chi dice di non volere ulteriori restrizioni, in realtà vuole continuare a fare un uso selvaggio del territorio, senza rendersi conto che questo favorisce l’uso selvaggio anche da parte di altre persone».

-> non generalizzerei, è pericoloso. Non perché una persona non vuole una limitazione, questo vuol necessariamente dire che questa persona fa un uso scriteriato e selvaggio del proprio territorio... anzi... del proprio territorio, può averne molta cura...

Personalmente, mi spiace un po' leggere affermazioni di questo genere sulla stampa. Possono essere anche la realtà, ok, anche se solo in parte e non generalizzata. Ma dette così secondo me avranno ancora un effetto di "boomerang" nocivo.

Forse, anzi..., non sarebbe neanche stato così male se i promotori della serata di Olivone del 2 giugno scorso avessero invece ammesso che la stessa non è stata organizzata, impostata e presentata bene ai bleniesi... L'immagine che ne sarebbe uscita e l'eventuale riguadagno di consensi sarebbero stati diversi... Ma forse sbaglio...
marcello
inserito il: 12.7.2009 2:06
Signor Keller,
sono uno di quelli che alla serata del 2 giugno ha chiesto e ottenuto solo risposte evasive, minimaliste e tendenziose.
Se le sue recenti affermazioni pubblicate sul GdP corrispondono al vero abbiamo una ragione in più per preoccuparci.
Personalmente credo che la realizzazione di un parco rappresenti ancora una reale opportunità di sviluppo della nostra regione, ma ho forti dubbi che chi sta al vertice di questo ambizioso progetto abbia la mia stessa convinzione.
Al posto di una schietta e spontanea autocritica su com’è stato, e lo è tuttora, gestito e portato avanti il progetto, la serata del 2 giugno a Olivone ne è l'esempio, mi tocca leggere affermazioni da far accapponare la pelle anche ai più ottimisti!
fiordaliso
inserito il: 14.7.2009 7:01
Penso che la serata del 2 giugno sia un brutto ricordo da – se possible – dimenticare: la presentazione come già cita Mara nel post precedente non era certamente la migliore – tutt'altro; le parole “pesanti” (magari solo poche ma non per questo meno sgradevoli o offensive – ne tantomeno meno condannabili) avrei preferito non fossero state dette... che poi i promotori del progetto rivanghino la cosa pubblicamente sulla stampa mi lascia semplicemente interdetto... vabbè...
siam rissosi... è una croce che ci dobbiamo trascinare.

Personalmente preferisco invece riprendere la conversazione lanciata da Peter Vonow (via le Moderatrici) in uno dei post precedenti. La questione della caccia la lascio discutere a persone più informate sul tema mentre il punto a riguardo “il modello americano” è quello che ha stuzzicato il mio interesse. Di autostrade in mezzo al parco ne farei a meno (comunque nel nostro caso non esattamente applicabile) ma l’appunto di Vonow solleva una domanda: Che tipo di parco?

La disquisizione tra “regionale” o “nazionale” a me interessa meno che ad altri, ciò che mi interessa sono i numeri dei potenziali visitatori, la qualità di questi visitatori, le porte e le “strutture” d’accesso... ed il tipo di economia che questi potrebbero generare nella regione. La mia istintiva scelta andrebbe per quelle soluzioni che prediligono i numeri bassi e la qualità alta... per dirla schietta “turisti si, però meglio pochi, interessati e soprattutto buoni”. Mi interessava sentire altre opinioni in merito.
Moderatrici
inserito il: 16.7.2009 4:15
Cari utenti interessati a questa tematica,

oggi il Comune di Blenio e i Patriziati generali di: Aquila-Torre e Lottigna, Olivone-Campo Blenio e Largario e quello di Buttino hanno illustrato alla stampa la loro presa di posizione critica in merito al progetto di Parc Adula.

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Riteniamo cosa utile ed interessante, soprattutto a seguito della serata del 2 giugno scorso, riproporre qui integralmente la PRESA DI POSIZIONE SULLA BOZZA DEL PIANO DI GESTOINE DEL PROGETTO PARC ADULA, presa di posizione che il Comune di Blenio ha inviato al Gruppo promotore unitamente al questionario sulla bozza del piano di gestione.

Ringraziamo in particolare il Municipio di Blenio per concederci, anche in questa sede, la pubblicazione integrale della sua presa di posizione.

***************************************

PRESA DI POSIZIONE DEL COMUNE DI BLENIO

In merito alla bozza del Piano di gestione del Progetto Parc Adula, sottoponiamo alla vostra attenzione alcune prime osservazioni di carattere generale inerenti i punti del documento posto in consultazione. Questa lettera costituisce un'entrata in materia sui contenuti del progetto e nello stesso tempo un indispensabile punto di partenza e di continuità nel valutere la reale fattibilità di un Parco nazionale per la nostra zona dell'Alto Ticino. La nostra dichiarata intezione di entrare in merito alla questione dell'istituzione del Parc Adula deve essere consideratea non tanto come un'adesione tacita di quanto di viene proposto, quanto un'entrata in materia critica e condizionata da nostre precise richieste.

Una nostra prima considerazione riguarda la vostra presentazione del progetto, che non ci è sembrata animata dal desiderio di condividere dubbi e incertezze espresse dall'esterno né pervarsa dalla volontà di informare in modo trasparente e chiaro. Durante la serata non abbiamo assistito ad un dibattito incentrato sulle incidenze riguardo la realtà specifica del Comune di Blenio e della Valle, ma unicamente ad una presentazione di un Parco in qualche modo asettica, astratta e generica, adattabile quindi ad ogni realtà. Sono inoltre emerse da parte vostra pseudo-sicurezze sulla possibilità di modificare l'Ordinanza, la qual cosa non è invece di semplice attuazione e va posta piuttosto come condizione. Si è tentato di fornire risposte che nella fase attuale non possono legittimamente essere fornite. Durante la serata non si è colta l'occasione di spiegare l'importanza del Parco come strumento di sviluppo adeguato al nostro territorio, né di esplicitare le reali difficoltà che tuttora devono essere affrontate.

In linea generale, noi siamo dell'idea che, per qualsiasi progetto, la realtà socio-economica del Comune e della Valle debba costituire il filo conduttore indispensabile di ogni progetto se si vuole un reale ulteriore sviluppo della regione. L'indispensabile obiettivo è quello di avere un ristorno in termini socio-economici per l'intera regione grazie al Parco. Il progetto Parc Adula deve in qualche modo essere adattato alla nostra realtà locale, con l'effetto di ricadute concrete positive dal punto di vista socio-economico. Auspichiamo che vi sia un confronto aperto e consistente sui diversi aspetti che concernono la realizzazione del Parco, affinché possano essere vagliate e valutate le potenziali ricadute ambientali e socio-economiche per la Valle e il Comune di Blenio. In altre parole, pensiamo che le modalità di lavoro debbano andare nella direzione di uno sviluppo socio-economico della Valle e del nostro Comune sostenibili, e non verso un'idea di parco avulsa dalla nostra realtà territoriale e dalle nostre potenzialità di sviluppo.

Le ricadute socio-economiche e culturali oltre che ambientali sul nostro territorio e comune sono le premesse necessarie affinché il Parco possa prendere vita nella nostra realtà. Ne consegue che per sviluppare il progetto del Parco e della sua realizzazione è necessario svolgere un'esauriente lettura delle caratteristiche delle specificità che il tessuto bleniese possiede, in modo da rendere possibili ed auspicabili proposte concernenti correttivi e misure di sostegno e di aiuto allo sviluppo dei settori importanti quali il turismo, l'agricoltura e l'artigianato. Il Parc Adula non deve essere posto in contrapposizione a questi settori, ma deve essere integrato nel quadro di sviluppo globale che si vuole rilanciare. Nel progetto va tenuto in considerazione anche il lungo processo di implementazione che esso comporta, in quanto si vuole fermamente evitare che nel frattempo vengano compromessi progetti a noi cari attualmente allo studio. Il Parc Adula, sia nella fase di realizzazione, sia nella sua forma implementata, deve facilitare i progetti e le attività esistenti o in via di sviluppo per quanto attiene al nostro territorio.

Vogliamo in particolar modo rendere attenti che con ben 56km2 di zona nucleo siamo il comune maggiormente coinvolto nel progetto. Esigiamo pertanto di essere parte attiva nel processo decisionale di concezione e di realizzazione di un eventuale Parco. Riteniamo altresì opportuna una maggiore rappresentanza del Comune di Blenio in seno agli organi statutari e consultivi che compongono l'Associazione Parc Adula. Parimenti rivendichiamo la direzione del Parco e pensiamo che la sede amministrativa debba essere collocata nel Comune di Blenio.

(I parte - II parte continua sopra)

Moderatrici
inserito il: 16.7.2009 5:04
PRESA DI POSIZIONE COMUNE DI BLENIO

(II parte) - continuazione post delle 22.15

Parallelamente pretendiamo che il Parco partecipi a valorizzare la cultura dei luoghi e a sostenere le attività culturali e produttive attualmente esistenti. In quest'ottica pensiamo ad esempio che i rustici debbano poter essere riattati e mantenuti. Nel Comune di Blenio sono inoltre presenti 19 alpeggi in gran parte rinnovati, di cui vorremmo fossero mantenute la loro attività sia dal punto di vista della gestione, sia da quello delle agevolazioni. Le capanne alpine dovranno pure essere conformate alle esigenze turistiche. A nostro avviso è molto importante che la versione definitiva del piano di gestione non entri in conflitto con le attività tradizionali della popolazione locale, che sono già ridotte al minimo vitale.

E' altresì importante che il discorso progettuale venga allargato anche alla zona definita nel rapporto Friberg come zona di frontiera, di valenza regionale. Pensiamo in particolar modo alle problematiche del Centro Nordico di Campra, della stazione sciistica di Campo Blenio, della Fondazione Alpina per le Scienze della vita e di altri progetti quali le Terme, il Nara e la Cima-Norma. Nel contesto della Nuova Politica Regionale il Parc Adula può contribuire ad offrire all'economia locale e regionale delle opportunità di sviluppo che partano proprio dal Comune e dalla sua capacità di rendersi promotore e imprenditore di iniziative riguardo a progetti innovativi. Questi enti promotori e in prima linea il nostro Comune sono coloro che possono contribuire a creare posti di lavoro e a favorire una politica di delocalizzazione a livello cantonale di insediamenti produttivi.

La maggior attrattiva del Parco consiste nei territori che si trovano ad alta quota. A nostro modo di vedere, il parco può avere un effetto di rilancio se riesce a garantire al contesto economico locale una continuità di mercato turistico. Pensiamo al periodo invernale che richiede uno sviluppo di Campo Blenio e di Campra con progetti importanti per la nostra regione. Andranno quindi approfondite le problematiche e le relative restrizioni presenti nella zona periferica, oltre che nella zona centrale, al fine di valutare in che misura queste non vadano ad ostacolare lo sviluppo di tali progetti.

I Comuni - che sono i principali attori di promozione del territorio della Valle di Blenio - vogliono essere in prima linea per quanto riguarda un progetto di importanza regionale come il Parc Adula, sia durante la fase di progettazione, sia in avvenire durante le ulteriori fasi. I Comuni, sotto l'egida di ASCOBLE, sono i rappresentanti della popolazione e i principali interlocutori che conoscono le problematiche del territorio, le sfide e le speranze che un Parco può offrire. Inoltre essi hanno forza contrattuale e politica nelle trattative con i Grigioni e con Berna. Non dimentichiamo poi che ad essi spetta di coprire i costi inerenti alle modifiche pianificatorie e a tutti quegli investimenti che saranno chiamati a fare. I Comuni, nella continuità di una politica che li vuole forti, dinamici e interattivi in quanto fautori di uno sviluppo socio-economico del territorio, necessitano di possedere gli strumenti necessari per l'autodeterminazione, nonché di mantenere e valorizzare le proprie competenze decisionali, al fine di portare avanti concretamente quanto serve alla Valle.

In nome di un ideale politico conforme con quanto si prospetta a livello cantonale e svizzero, il nostro Comune di Blenio vuole recitare un ruolo di primo piano nello sviluppare, supervisionare e realizzare i progetti che permetteranno alla Valle di avere un futuro. La Valle necessita di essere unita nel promuovere tutto quanto porta ad uno sviluppo sostenibile. Concretamente un fondo di sostegno e di sviluppo infrastrutturale turistico gestito dai Comuni permetterebbe di coinvolgere attivamente gli attori principali dei vari progetti, creando così le necessarie sinergie per sostenere i singoli progetti, anelli indispensabili del sistema socio-economico della Valle.

Prima di concludere, reclamiamo la versione integrale italiana dei due studi dei Prof. Rieder e Prof. Friberg, come promesso durante la serata informativa di Olivone. Benché il tedesco non ci sia sconosciuto, la nostra lingua madre è l'italiano. Di conseguenza riteniamo indispensabile che tutte le parti coinvolte nel progetto possano accedere in maniera equa e completa alle risorse documentarie e alle informazioni esistenti. Ci domandiamo come mai questo non sia ancora stato fatto.

Infine riteniamo insufficiente il termine che avete posto ai Comuni riguardo la decisione di entrare nella terza fase, quella di istituzione. Teniamo dunque a prenderci il tempo necessario per approfondire e valutare le sfaccettature del progetto. Solo in questo modo ci è possibile prendere una decisione che vada enll'esclusivo interesse della popolazione locale.

Con la presente, a cui viene allegato il questionario debitamente riempito, chiediamo quanto prima un incontro, al fine di potervi esporre e motivare i contenuti della nostra presa di posizione, e fare chiarezza sui vari aspetti del vostro progetto non ancora risolti.

Cogliamo l'occasione per ringraziarvi della vostra diponibilità e per trasmettervi i nostri migliori saluti.

Per il Municipio di Blenio,
Firmato:
il sindaco Marino Truaisch
il vice segretario Ivan Menegalli

Olivone, 7 luglio 2009
PARC ADULA
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