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Blenio Café
PARC ADULA
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mara
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inserito il: 19.11.2015 17:42 |
Alfiero... credo ci mancano esempi concreti! Di come si possa agire. Al di là del posato pannello solare alla capanna Länta e dell'estirpazione delle erbe infestanti o come cavolo si chiamano (che tra l'altro mi han detto che se non le estirpi ben bene tornano sempre... ma bon...). E di altri progetti fatti... Ci mancano esempi concreti. Che forse nemmeno l'Associazione Parc Adula sa farci e dirci. Perché semplicemente non sa. Perché è un parco di nuova generazione ed è già bello se a Berna, UFAM, sanno... Ma noi, solo noi e non Lugano o altri, siamo davanti ora al piatto di minestra. E dobbiamo decidere. Al fatto che la possiamo mangiare con fiducia, che poi se non è buona tra 10 anni la rigettiamo... credo poco... 10 anni sono tantini cavolo...
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Vilmos
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inserito il: 19.11.2015 18:57 |
Provo a rispondere ad Alfiero. - Sul fondovalle della Valle di Blenio vengono svolte attività economiche (agricoltura, turismo) che possono beneficiare del marchio Parco; ciò non è il caso per le zone montagnose di alcuni comuni (di cui parla Marusca), e di conseguenza sarebbe inutile comprenderle nella zona periferica del Parco (nella zona centrale è impossibile, per i motivi che ho spiegato nel mio post precedente). - La Charta non è il modo migliore di informare la gente, per questo sono state organizzate delle serate informative. Chi poi ha dei dubbi, penso che contattando i responsabili del Parco, questi siano disponibili a rispondere (almeno, io quando ho chiesto loro di fare interviste o avevo bisogno di info, si sono sempre dimostrati disponibili). No, la Charta non è il modo migliore di informare, e d’altra parte non è il suo scopo principale. - Per ognuno dei 5 campi d’attività di cui parla Alfiero, sono state allestite delle schede di progetto (proiettate ieri sera alla serata, ma non viste in dettaglio) che indicano come saranno distribuiti i soldi. Queste schede sono fatte su base quadriennale e fungono pure da “richiesta di finanziamento” agli enti finanziatori. Non so dove si possono leggere queste schede. Se vi interessano scrivetemi un email che ve le inoltro (ce le hanno fornite in occasione della conferenza stampa). (Continuo dopo perché vado a cena) ( :
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Vilmos
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inserito il: 19.11.2015 20:37 |
Provo a rispondere ad Alfiero. (2) - La questione pianificatoria ha suscitato discussioni (anche molto tecniche) ieri sera. Da ciò che si dice, dovrebbe cambiare poco o nulla, e comunque lo sapremo fra poche settimane, quando i nuovi piani regolatori verranno pubblicati. In ogni caso è un argomento che merita approfondimenti e che mi prometto di affrontare su uno dei prossimi numeri di Voce di Blenio. Non credo proprio che sarà più difficile ottenere una licenza edilizia, soprattutto per le iniziative che vorranno portare uno sviluppo economico. A tal proposito, qui entra in gioco il famoso e tanto discusso aggettivo: “sostenibile”. Che non sia di facile (e soprattutto unanime) definizione ormai l’abbiamo capito tutti. Provo ad esprimere la mia con un esempio: se una fabbrica di copertoni che dà lavoro a 300 persone volesse installarsi in Valle, darebbe sicuramente un certo impulso economico, ma provocherebbe una serie di effetti meno piacevoli (traffico, inquinamento,...). Ecco, la Valle sarebbe disposta a “sostenere” una struttura del genere? Se la risposta è no, allora non sarebbe sostenibile. Fortunatamente (a parer mio), la Valle poco si presta a progetti di queste dimensioni, come sta a dimostrare la fine fatta dal multimilionario Progetto Terme evocato da Alfiero (non sostenibile finanziariamente, e forse anche in altri termini). In quest’ottica, le stazioni sciistiche bleniesi non hanno proprio nulla da temere (a misura di valle come sono). Qui il discorso sulla sostenibilità riguarda unicamente le finanze. Anche per un eventuale nuovo ospedale (o un ampliamento di esso) non ci sarebbero problemi, e ci mancherebbe. Niente vincoli in questo senso, come abbiamo sentito e come verificheremo presto con le nuove carte pianificatorie (cantonali e comunali). - Forse l’autorità turistica cantonale non ha sostenuto il Progetto Terme perché (al contrario del Parc Adula) si intuiva che fine avrebbe fatto un’iniziativa di quelle dimensioni, senza garanzie concrete, per di più. E poi, in che maniera avrebbe dovuto sostenere quel progetto? Per ciò che concerne il Comune di Lugano, ci mancherebbe che non sostenga “il parco per le sue convenienze promozionali e niente di più”; è un ente che ha investito diversi soldi in valle e mi sembra normale esprima le proprie opinioni in favore dei propri interessi. Non è mica un ente di beneficenza. - Colgo l’occasione per rispondere anche un po’ a Mara, con cui discuteremo meglio nei prossimi giorni : ) Non credo che non ci siano esempi: l’elenco dei progetti sostenuti finora da Parc Adula è consultabile, e dà un’idea del tipo di progetto che potrebbe usufruire di un aiuto. Per concludere, vorrei riformulare il dilemma proposto da Alfiero. Non si tratta di scegliere tra “lo sviluppo economico della valle oppure una gestione del territorio eccessivamente condizionata”, bensì tra uno status quo (non è che se il Parc Adula non viene accettato, si avvia come per magia lo sviluppo economico della Valle) oppure sul dare un’opportunità alla Valle (la cui reale portata si potrà valutare solo una volta che il Parco sarà una realtà) in cambio di alcune (a mio avviso “sostenibili”) concessioni. Scusate la lunghezza e buona serata. PS. Ha fatto bene Il Quotidiano a sottolineare il tema dell’introduzione degli animali (cani al guinzaglio) nella zona centrale e di cui non si è parlato durante la serata: è un tema solo apparentemente secondario…
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maru
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inserito il: 19.11.2015 21:13 |
Ciao a tutti vorrei precisare a Vilmos che la parte di Disentis non presente nel parco non è solo montagnosa.... ci sono anche gli impianti di risalita (se non erro). Come mai non sono interessati ad avere il label? oppure potranno averlo, visto che Disentis è uno dei comuni che paga il contributo maggiore? però gli impianti rimangono fuori dalla zona periferica.... Chiedo scusa, ma faccio veramente fatica a capire come nella zona periferica non dovremo fare dei sacrifici (visto che nulla cambia), però faremo parte a pieno titolo del parco (con tutti suoi vantaggi = contributi, ecc). Mi sembra un "non senso". Anzi, mi sembra quasi qualcosa di disonesto. Poter usufruire di denaro pubblico (in buona parte proveniente dalla Confederazione), di un label prestigioso... e non dare nulla in cambio (se non le nostre bellissime cime innevate)... Non so se riesco a spiegarmi... sento odore di bruciato... e questo sicuramente non mi aiuta ad avvicinarmi al fatidico SI
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Vilmos
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inserito il: 20.11.2015 7:36 |
Ciao Maru, interessanti riflessioni, le tue, a cui provo ancora a rispondere. Per ciò che riguarda gli impianti di risalita, effettivamente al Parco non conveniva includere la vasta zona degli impianti di Disentis nella zona periferica, dal momento che, aumentandone la superficie, si sarebbe proporzionalmente dovuto ricavare altra zona centrale (insisto sul fatto che le due zone devono essere proporzionali). D’altra parte, gli impianti di Disentis sono fra i più conosciuti e frequentati, se non della Svizzera, almeno della regione. A loro cambia poco poter avere il marchio Parco (voi preferireste una stazione sciistica che ha un marchio Parco a un’altra che non ce l’ha? Qui non stiamo parlando di formaggio). Credo però che, inevitabilmente, anche gli impianti beneficeranno di riflesso della presenza di un parco. Per rispondere alla tua seconda perplessità, invece, la prendo larga. Negli ultimi, diciamo, vent’anni, si è assisitito in Svizzera ad una nuova tendenza per ciò riguarda la sensibilità ecologica. Ci si è resi conto che la cura dell’ambiente può avere delle ripercussioni positive anche sull’economia: ciò spiega il successo dei nuovi sistemi di riscaldamento, di un nuovo modo di costruire case (anche se in Ticino siamo ancora un passo indietro) e, a un altro livello, alla nascita di un movimento come quello verde-liberale. Questo fenomeno ha influenzato anche la Confederazione nella sua politica di sostegno alle regioni periferiche. Finita l’era LIM, a Berna si saranno chiesti in che maniera continuare questa politica. La direzione scelta è quella dei parchi, come dimostra l’adozione di leggi ed ordinanze ad hoc e lo stanziamento di fondi in questo settore. Il tutto, coerentemente con quanto esposto sopra, con un nuovo concetto di Parco nazionale; perché ci si è resi conto che una struttura come quella in Engadina non è più adatta ai tempi. Un Parco di nuova generazione, dunque, con tanto di zona centrale e zona periferica. Se tu mi garantisci una certa salvaguardia dell’ambiente (cosa a cui, a quanto pare, tengono molto anche i nostri parlamentari borghesi a Berna), i ti dò i soldi che servono per un certo tipo di sviluppo economico. Per questo, Maru, non c’è nulla di disonesto: la Confederazione ora mette a disposizione fondi in questo modo, e chi risponde a certi requisiti se li può aggiudicare, come in tanti altri settori. Ne abbiamo le possibilità? Allora val la pena provarci. Buona giornata! ( :
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mara
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inserito il: 20.11.2015 8:41 |
Ciao Vilmos :-) il tuo discorso fila liscio; sempre bello discutere con te e lo faremo ancora e ancora ;-) Allora pongo un esempio concreto, solo come RIFLESSIONE, perché ora penso che nessuno conosce già la risposta corretta. - supponiamo che c'è già il Parco - supponiamo PD "epurato" approvato e pure i 3 PR senza opposizioni - supponiamo che al Nara si trovino i finanziamenti (che bello!!!) e si possano cambiare tutti i vecchi impianti (questione annosa...). Cambiarli da cima a fondo. Nuovi, funzionali, veloci. La domanda l'avete già intesa... E' forse vero quel che dici degli impianti della Surselva, ma è anche vero che i GR hanno una marcia in più, e spesso nella furbizia... Non vorrei che con il Parco, per fare un investimento tipo quello citato ci vogliano anni e anni... Torno spesso col pensiero a Campra, in zona già ora mega protetta... fa più di 10 anni che se ne parla e ancora non s'è posto un mattone né picchiato un chiodo ma spese cifre a 6 zeri in studi (carta...). Necessaria neh, necessaria... ma il tutto mi fa riflettere...
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Vilmos
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inserito il: 20.11.2015 21:11 |
Ciao Mara ( : Dal momento che il Nara (come tutto il comune di Acquarossa) si trova in zona periferica, non vedo quali mezzi abbia a disposizione il Parc Adula per impedire un eventuale, radicale rifacimento degli impianti di risalita. E, soprattutto, non vedo quali motivazioni dovrebbero avere per mettere i bastoni fra le ruote a un progetto del genere. Il paragone con Campra non regge: lì, come hai detto, si tratta di una zona protetta, il che non è il caso per il Nara. Comunque mi prendo il weekend per leggere meglio la Charta... Alla prossima!
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marcello
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inserito il: 9.12.2015 14:45 |
Parc Adula, panacea per tutti i mali della valle di Blenio? I promotori del progetto milionario prevedono una crescita dei pernottamenti nel settore alberghiero del 7% fino al 15% nella migliore delle ipotesi. Tradotto in cifre per la valle di Blenio, avremo una crescita di .ca 400 fino a 855 pernottamenti annui :-(((
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rasputin
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inserito il: 10.12.2015 18:04 |
300 (facciamo pure 500) persone sull’arco dell’anno; che corrisponde ad un incasso lordo (esagerando) di CHF 80'000, che, calcolando i vari costi di gestione, investimenti, ammortamenti e quant’altro, equivale ad un guadagno netto di circa CHF 0.- , per un costo già preventivato alle spalle dei tre comuni di valle di circa CHF 300'000 all'anno, senza contare le future sorprese di sorpasso! Visto che almeno il 20% dei previsti 6 Milioni annui necessari sono a carico dei comuni, più tutto il resto che non dovesse venir coperto dagli sponsor. Le percentuali date da Confederazione e Cantoni non cambiano, quindi quello che manca... ce lo mette pantalone!! …. e poi i 6 milioni nei prossimi anni leviteranno al rialzo!! E per creare in tutta la valle tre posti di lavoro tra il 60% e 80% di tempo d'impiego!! E senza pagare un ghello di affitto dei terreni, a differenza di quanto succede in Engadina !! E senza alcun aiuto economico sostanziale per aiutare chi dovesse ed avesse il coraggio di investire diversi milioni per creare le (eventuali ritenute necessarie) infrastrutture per accogliere la frotta di presunti visitatori. L’unico aiuto finora solo promesso sta nella consulenza… Di consulenze e relativi consulenti ne abbiamo piena l’aria ed il solaio, che servono sono i baiocchi!!! Wiva i business plan, plan, plan, plan
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Vilmos
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inserito il: 10.12.2015 18:39 |
In realtà il contributo richiesto ai comuni (a partire dal 2018, e cioè quando e se il Parc Adula entrerà in esercizio) è di 6 franchi per abitante per un massimo di 10'000 franchi per anno per comune (che sarà il caso per Blenio, Acquarossa e Serravalle). (pp. 263-264 del Piano di gestione)
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PARC ADULA
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