Blenio Café
PARC ADULA
alfiero
inserito il: 25.2.2009 3:37
Salve,

entro spesso in questo sito e provengo da una famiglia di contadini, per cui noto con interesse la presenza del segretario agricolo cantonale. Nel merito dei parchi non oso entrare essendo abbastanza a digiuno di conoscenze; è, secondo me importante che gli interventi sul territorio voluti da istanze cantonali o federali condividano le ambizioni e gli obbiettivi regionali. L'agricoltura, stretta parente della foresticoltura, della caccia e pesca, grazie alla sua facoltà di propagarsi in altri settori (esempio agriturismo) è importante se non determinante per la vitalità e la vivibilità della regione di Blenio ed è facilmente se non automaticamente coniugabile con gli altri settori di attività, inoltre vanta il merito storico di essere stata l'attore determinante che consegna alle nostre generazioni la bellezza del territorio e tante peculiarità culturali, non da ultimo edilizie, (rustici ad esempio) che ancora oggi nutrono le nostre vocazioni.
L'agricoltura anche qui si è modernizzata tanto da non poter più essere nettamente catalogata nel settore primario e da dover essere considerata l'ossatura dell'integrazione, fra di loro, in un unico progetto turistico locale, di tutte le risorse sfruttabili. Purtroppo un piano globale, regionale, che abbia la dovuta autorevolezza, di cui l'agricoltura deve esserne parte importante, se non addirittura promotrice, non esiste. Molto difficile in questa situazione valutare l'opportunità di un parco, perché, secondo me, solo creare il parco non è integrare il parco o solo agricoltura non è agricoltura, oppure solo protezione dell'ambiente non è protezione dell'ambiente, l'integrazione non deve essere la grande assente se puntiamo sul valore aggiunto.

Buona sera, alfiero
Moderatrici
inserito il: 25.2.2009 17:40
Cari utenti,
su questa particolare tematica, che diventerà nei prossimi mesi sempre più d'attualità, vi segnaliamo un articolo apparso oggi sul "Giornale del Popolo" a p.11 dal titolo: "Ai cacciatori bleniesi, Parc Adula non dispiace".

Visto che in grandi linee riprende il contenuto di quanto già pubblicato nella nostra "Cronaca", abbiamo deciso di non riportarlo in questo sito, ma solo di citarlo nel BC.

Vi segnaliamo invece l'importante Comunicato stampa giunto oggi via mail, nel quale vengono date utili informazioni soprattutto riguardanti la tempistica del progetto.

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Buona lettura e buona giornata a tutti.
Le Moderatrici
marcello
inserito il: 26.2.2009 16:06
C'è da rimanere di stucco leggendo certe notizie! Come se la caccia fosse l'unico problema e pensiero in merito alla costituzione di un parco nazionale!

Un progetto di questa dimensione richiede una valutazione globale, dove tutti gli aspetti devono essere esaminati nel loro insieme, non si conoscono i contenuti e non si conoscono ancora le somme di divieti che ci saranno imposti, occorre quindi estrema prudenza nell’esprimere giudizi e consensi.

Questo modo di agire da parte dei promotori richiama una tattica ben precisa, affrontare singolarmente i vari settori coinvolti significa trovarsi di fronte delle forze ridotte, e questo a tutto loro vantaggio.

Personalmente sono dell'avviso sia giunto il momento di mettere sul tavolo delle trattative delle giuste rivendicazioni soprattutto a livello finanziario, le promesse delle ricadute economiche basate su calcoli teorici non possono e non devono bastare, occorre qualche cosa di concreto e garantito a favore di tutta la popolazione che in un modo o nell'altro dovrà subirsi il parco e convivere con i limiti che saranno imposti.

I promotori dovrebbero almeno dar prova nel volere integrare nel progetto la realtà locale attraverso nuove idee e nuovi stimoli, ciò che attualmente non è purtroppo il caso.
marcello
inserito il: 1.3.2009 12:50
I cacciatori hanno corretto il tiro....
Moderatrici
inserito il: 30.3.2009 20:02
Cari utenti interessati al Parc Adula,

sulla stampa di oggi, pagine di Locarno, trovate i resoconti di un'interessante e dibattuta serata pubblica svoltasi sabato a Cevio alla presenza, tra gli altri, del Consigliere di Stato Marco Borradori e anche di Bruno Oberle, direttore dell'Ufficio federale dell'ambiente (meglio noto come BUVAL).

Erano contrapposti i due progetti di Parco:
quello nazionale (così come allo studio attuale) e l'alternativa di Parco regionale.

Ci sono degli spunti interessanti anche per la nostra Valle.

laRegioneTicino: p.11
CdT: p.17
GdP: p. 7

Buona lettura
Le Moderatrici
Cleto Ferrari
inserito il: 7.5.2009 15:13
LOCARNESE: COME PROSEGUIE?

La resistenza alla creazione del Parco del Locarnese ha assunto una dimensione tale che potrebbe mettere in forse tutto il progetto.
I parchi sono regolamentati nella Legge federale sulla protezione della natura che prevede tre categorie di parchi di valenza sovracantonale.
Quello che si sta progettando nel Locarnese rappresenta la categoria maggiormente orientata alla tutela della natura e viene così definito nella Legge:
“Un parco nazionale è un vasto territorio che offre spazi vitali intatti alla fauna e alla flora indigene e promuove lo sviluppo naturale del paesaggio.
Nell’ambito di tale funzione esso è inoltre utilizzato per scopi ricreativi; ai fini dell’educazione ambientale; ai fini della ricerca scientifica, in particolare per quanto concerne la fauna e la flora indigene, nonché lo sviluppo naturale del paesaggio.
Un parco nazionale è costituito da una zona centrale, in cui la natura viene lasciata libera di svilupparsi e alla quale il pubblico può accedere solo in maniera limitata e da una zona periferica, in cui il paesaggio rurale viene gestito in modo rispettoso della natura ed è protetto da interventi pregiudizievoli.”
Il progetto di Parco nazionale del Locarnese è orientato alla tutela della natura e sottintende l’introduzione di numerose limitazioni.
Nelle nostre valli riscontriamo ancora una buona presenza di persone che sono o sono state attive nel primario e nell’artigianato. Chi vi risiede e vi lavora respira ancora aria di sano confronto con la natura. Gestendo prati campi, pascoli, boschi, la selvaggina, lavorando il legno e la pietra o occupandosi dell’agroalimentare ha anche potuto ricavare soddisfazione, un reddito e apprezzamenti dai visitatori e dai turisti.
Portare limitazioni nella gestione del territorio, in un tale contesto è molto delicato. Se poi il coinvolgimento finale della popolazione per la decisione di creare un parco, consiste sul voto ad un unico progetto, senza alternative, se non quella di essere tacciato da disfattista nel caso di un no, è chiaro che possano esserci reazioni ed opposizioni.
In Valle Maggia si chiedeva di approfondire un progetto di Parco Naturale Regionale che è sempre d’importanza nazionale e nella Legge è così definito:
“Un Parco Naturale Regionale è un vasto territorio parzialmente urbanizzato, che si contraddistingue in particolare per le sue caratteristiche di paesaggio naturale e rurale e presenta costruzioni ed impianti che s’integrano nel contesto paesaggistico ed insediativo.
Il Parco Naturale Regionale costituisce uno strumento per salvaguardare e valorizzare la qualità della natura e del paesaggio, per rafforzare le attività economiche orientate allo sviluppo sostenibile ivi esercitate e per promuovere la commercializzazione dei beni e servizi prodotti da dette attività.”
È più che umanamente comprensibile che le popolazioni rurali vogliano poter scegliere il loro futuro tra più progetti con differenti sfumature che alla fine di un sano confronto potrebbero anche risultare complementari.
La Società Agricola Bleniese in collaborazione con l’Unione contadini ticinesi nel maggio del 2005 chiedeva al nostro Consiglio di Stato di poter sviluppare un progetto di Parco Naturale Regionale nella Valle in cui il primario rappresenta ancora quasi il 30% della popolazione attiva. La proposta fu ritenuta inopportuna dal gruppo interdipartimentale sui Parchi in quanto era già in corso il progetto di Parco Nazionale denominato Parc Adula.
Recentemente Bruno Oberle, Direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente si era espresso favorevole all’eventualità di uno studio parallelo di un Parco Nazionale e di un Parco Naturale Regionale nel locarnese! Cleto Ferrari
Moderatrici
inserito il: 9.5.2009 16:25
Cari utenti di BC e interessati a questa tematica,

da pochi giorni è on-line il documento elaborato dal "Gruppo operativo Parc Adula" ed attualmente in consultazione fino a fine maggio presso i Municipi della Valle di Blenio ed altri enti (Patriziati, ecc).

www.vallediblenio.ch/vdbi_cronaca.php

Il documento - qua sotto il link diretto, dove lo potete scaricare, sono 50 pagine - contiene informazioni molto interessanti, che meritano di essere lette, per conoscere un po' da vicino una questione importante sulla quale la popolazione poi avrà la parola finale.

www.parcadula.ch/i_page_49_5.html

Buona lettura e buon fine settimana
Le Moderatrici
alfiero
inserito il: 13.5.2009 4:34
Salve,

si sperava che le grandi crisi non dovessero più far paura perché abbiamo le conoscenze per intervenire efficacemente. Questa crisi sarà, si spera, accorciata grazie alle conoscenze, nondimeno ci ricorda le parole di Albert Einstein: "la fantasia è più importante del sapere perché il sapere è limitato". Ma non si sa se a provocare la crisi è stato il sapere perché limitato o al contrario perché troppo evoluto e utilizzato anche al di fuori della legalità, oppure la fantasia perché troppa nell'inventare cose virtuali e prodotti finanziari inconsistenti da vendere. Dubbio che ci fa assumere consapevolezza delle nostre piccole cose e che potrebbe avere l'effetto del seme che fa germogliare l'ipotesi di PROGETTO TURISTICO LOCALE (PTL) per la regione di Blenio.

Un PTL, come spiega una professoressa universitaria italiana, non considera solo gli attori del turismo, ma integra fra loro gli attori di tutti i settori di attività. Locale non sta per campanile che spazia entro confini formalmente decisi, ma sta ad indicare uno spazio caratterizzato da una stessa identità, da una stessa tipologia delle risorse fra loro compatibili e da una stessa, condivisa, volontà di trarne giovamento, dove, per la ridotta ampiezza dei suoi singoli progetti viene richiesta una competenza plurisettoriale alla risorsa umana.

Per attori da integrare fra loro, ovviamente intendo tutte le istanze pubbliche, quelle locali, e quelle altre da cui emanano leggi e decisioni di promuovimento, perché a loro compete di preparare il quadro appetibile che attiri risorse finanziarie, motivazione e sicurezza e visione delle attività sostenibili, e dall'altra parte tutti gli operatori agricoli, artigianali, commerciali, sociali, ambientali, quindi anche gli assiemi professionali e l'assieme naturale degli individui che sono l'ago della bilancia che pesa la volontà di innovazione, perché di innovazione si deve parlare. L'obiettivo non è solo economico o di migliorare all'infinito una socialità già buona, ma di dichiarare una vocazione perché diventi punto di riferimento per ogni pensiero a noi rivolto.

Il progresso del turismo ticinese dipende anche dalle capacità di noi ticinesi, di raccorciare le distanze fra i centri città e le valli del Sopraceneri. come dire che la Valle di Blenio con un buon PTL dovrebbe interessare anche Ticino Turismo, cosa che genererebbe fiducia e interesse dei potenziali investitori e migliori possibilità di accesso agli aiuti della NPR.

Campra, visto come parte del PTL, presenta una prima applicazione del principio dell'integrazione; la visione comune permette di definire quanto di utile al sostegno dell'economia e alla possibilità di lavoro, la Valle di Blenio è tenuta a sacrificare alla causa ambientale, anche in un discorso di pari opportunità con altre regioni del Ticino e della Svizzera e con altre popolazioni e permette di verificare se l'opposizione al progetto Campra, da parte di leggi e difensori dell'ambiente non sia esagerata, (va infatti considerato anche il vantaggio in termini di sensibilizzazione e amore per l'ambiente che una giornata sulla neve di Campra comporta) in sostanza a Campra si vuol fare quanto si può fare con qualche milione di fr., mentre a pochi passi, nello stesso contesto alpino, (e non sono contrario!) si vuol fare ciò che si deve fare per investire un paio di miliardi. Consente quindi di verificare se il diritto bleniese, se non alla parità, almeno ad una similitudine dei criteri usati per definire il punto di equilibrio fra le esigenze ambientali e le esigenze umane sia rispettato.
Stabilito questo, anche le forze ambientaliste dovrebbero indulgere ed aiutare ad ottenere le concessioni occorrenti, se necessario anche con eccezioni alle norme. Prometterci importanti ricadute del progetto del Gottardo e non permetterci di strutturarci per accoglierle sarebbe come regalarci una balena e non permetterci di ingrandire la piscina.

L'integrazione passa anche attraverso l'informazione e la comunicazione e potrebbe aiutare anche la realizzazione delle Terme, (parte importante del PTL). Il pacchetto da vendere, lo vedo in grado di convincere che anche il commercio e i servizi locali cresceranno in modo conforme alle esigenze del funzionamento di una stazione termale, e degli altri principali progetti, e lo vedo costituito da una bozza di progetto e di preventivo accettati in linea di massima, dalla quantificazione di massima del contributo pubblico, dalla pianificazione del territorio da utilizzare, pronta e cresciuta in giudicato, dalla struttura della partecipazione al capitale da parte degli enti locali, definita, dalla partecipazione al capitale da parte di privati locali, organizzata, dal destino dei progetti collaterali definito, dai tempi di realizzazione stabiliti, da un PTL affidabile, ecc. Il contrario, cioé trovare l'investitore disposto per prima cosa, a fare una trafila burocratica che dura altri anni mi sembra più laborioso e non adeguato all'idea di un PTL. E poi, con la "pappa fatta" da offrire, saranno meglio negoziabili i nostri interessi.

C'é un impianto idroelettrico e dovrebbe far parte del PTL. Ne discutiamo principalmente in occasione delle trattative per i canoni d'acqua, ma il concetto dei canoni è sempre e solo pecuniario, difficile scappare dal principio che l'acqua, essendo un bene pubblico, deve fruttare canoni per le casse pubbliche. L'acqua secondo me è si un bene pubblico, ma scorre nel fiume, fintanto che un imprenditore non la utilizza. Allo Stato, quindi, la proprietà dell'acqua e con essa il diritto ad una parte da stabilirsi del canone, ma l'imprenditorialità che garantisce la produzione fa parte del sistema economico bleniese nel quale va reinvestita una parte del canone e dell'utile della produzione di energia. Chi meglio di un collaudato produttore di energia idroelettrica potrebbe guidare la produzione di altra energia? Fosse stato applicato 40 anni fa questo concetto, (qualche lacrima pubblica per i minori canoni incassati) ma oggi ne saremmo avvantaggiati.

C'é una vasta superficie imboscata, che mi permetto di riassumere con la parola selvicoltura. Siamo in molti a sostenere l'importanza dello sfruttamento del legname e della massa vegetale prodotta dal nostro territorio. Si deve però incominciare dalla "A" ossia progettare la cura del territorio boschivo in un ottica di produttività della migliore qualità e della maggiore quantità della materia prima ottenibile, compatibilmente con gli imperativi ambientali. E quindi occorre integrare fattori estetico ambientali, turistici, selvicolturali, industriali, e istituzionali, ridando concretezza, come lo era nei tempi dell'economia rurale, alla enorme ricchezza di proprietà dei patriziati.

Sarebbe troppo pretendere di commentare ognuna delle numerose risorse che la regione di Blenio dispone, ma citarne qualcuna delle più importanti non guasta: centro sanitario, PARCO ADULA CHE RISPETTI LE ESIGENZE DEL PROGETTO TURISTICO LOCALE, Profumi e sapori, agriturismo, naturalmente ricreazione e sport sulla neve, rustici, offerta estiva, ecc. Nuovo (vedi Voce di Blenio) ma non ultimo, vivere nei villaggi. Non tutto è fermo nella regione Bleniese, anzi tanto si sta muovendo, sarebbe peccato arrivare in ritardo con un PTL di base, a sua volta convergente con l'obbiettivo cantonale.

Se un parco nazionale è compatibile con tutto questo, cioè con il PTL Bleniese da potersi disporre prima delle decisioni relative al parco nazionale, (verifica importante da farsi a scanso del rischio di metterci in una posizione di solo servizio ad una “confinanza” a industria turistica sofisticata e pianificata) direi Ok, altrimenti valuterei la possibilità di un parco naturale, come pare, meno impegnativo, ma non per questo improponibile.

Buonasera
Li
inserito il: 13.5.2009 16:53
Certo, anche se Einstein dice che "la fantasia è più importante del sapere perché il sapere è limitato” dobbiamo tener presente che dietro ci sta pur sempre la persona, poiché sarà questa persona che userà il sapere e la fantasia e sappiamo che entrambe possono essere usate in svariati modi.
Tornando però al commento qui sotto del 7.5.2009, forse ci si è dimenticati di ricordare, che non solo il signor Oberle era d’accordo, ma che tutte le parti interessate avevano fatto un accordo per poter continuare “in parallelo” con entrambi gli studi, sia del Parco Nazionale del Locarnese che del Parco Regionale. Ci si è forse anche dimenticati di “informare” su come si sia poi arrivati invece ad un possibile affossamento del progetto di Parco Nazionale.
Una mezza verità attribuita solo ad un ipotetico progetto cui si guarda con favore o una mezza verità tolta ad un progetto che non piace potrebbe anche fare una certa differenza nell’influenzare l’opinione pubblica.
Per chi si interessa ad un Parco seriamente, per chi ha a cuore la propria regione e il proprio futuro, nell’ottica di un possibile Parco, nel quale poi si ritroverebbe a vivere, deve prepararsi a studiare, ad analizzare, ricercare ed indagare le varie informazioni che riceverà e troverà in rete, sui media, dagli amici, dagli amici degli amici e dai “sentito dire”.
Leggere un paio di articoli di giornale, sentire cosa si dice al bar e credere di avere un’opinione degna di tale nome, non è più proponibile n’è giustificabile, su questo non ci si illuda; gli articoli si leggano, si studino e si tengano in archivio che serviranno per interessantissimi confronti. Al bar naturalmente si discuta, ma su fatti e cose di cui si possa portare un’argomentazione con dei riscontri oggettivi e si chieda al proprio interlocutore di fare altrettanto. Si cerchi il documento integrale; non ci si accontenti di un “estratto parziale” al quale si può far dire di tutto.
I vari siti dei promotori di parchi, ai quali vanno fatte domande dirette in caso di dubbi, vanno studiati approfonditamente; per primo quelli che ci riguardano da vicino, ma pure quelli esteri, per vedere cosa hanno passato, le esperienze e le loro riflessioni.
L’argomento è di grande complessità e gli interessi in gioco sono tanti; per questo l’informazione a cui si ha diritto va cercata ed analizzata profondamente, vanno compresi gli interessi che la gestiscono e gli obbiettivi che le varie parti si prefigurano nel proporre questa informazione.
Oggi purtroppo è così; sembra che solamente diventando dei “professori” di Parchi si riesca a capirne le vere potenzialità e, nel contempo, impedire agli eventuali diavoli di turno di fare sia pentole che coperchi.
Buon lavoro
Moderatrici
inserito il: 25.5.2009 17:10
Cari utenti,
vi informiamo che:

MARTEDI' 2 GIUGNO

alle 20 nella Sala patriziale di Olivone avrà luogo una:

SERATA INFORMATIVA PUBBLICA

SUL PROGETTO PARC ADULA

Saranno in particolare trattati i seguenti temi: contenuti del progetto, possibili ricadute economiche per le regioni coinvolte, stato attuale della fase di progettazione e prossime attività previste.

Altre informazioni: www.parcadula.ch
PARC ADULA
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