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Blenio Café
PARC ADULA
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alfiero
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inserito il: 28.10.2016 18:25 |
Paragonare il parco, come si ha letto da qualche parte, ai lavori idroelettrici di Blenio significa non tener conto che il grande cantiere degli anni 60, dal passo del Lucomagno a Biasca, è durato diversi anni con centinaia di lavoratori e ha portato parecchi soldi e continua a portarne, imposte, canoni d'acqua, posti di lavoro e ha lasciato sul territorio tante infrastrutture come la Galleria della Toira e, importante, non costa alla comunità. Il paragone è lecito solo se si prevede che il parco farà altrettanto. Paragonare il parco al raggruppamento terreni nella seconda metà del secolo scorso, come abbiamo letto da qualche parte, significa non tener conto che il raggruppamento è stato voluto per permettere la coltivazione del territorio con le macchine e i sistemi moderni, e con la costruzione di strade, ha dato accesso alla coltivazione della montagna e all'utilizzo facilitato dei rustici. Il paragone sarebbe lecito se non fosse che il parco vuole fare esattamente il contrario: proibire: diminuire l'attività e la presenza dell'uomo. Paragonare il parco ai Castelli di Bellinzona, mi chiedo che significato abbia, l'Unesco è l'Unesco e il gruppo dei parchi Svizzeri è solo il gruppo dei parchi Svizzeri. Nella città dei castelli si arriva in treno e autostrada, e i castelli sono li a portata di mano, mentre la visita ad un parco e ben più laboriosa da programmare. E' vero che il diritto all'obblio è sancito da più parti ma dimenticare la valle di Blenio è le sue risorse, salvo farne un paragone coi castelli di Bellinzona in vigilia di votazione, mi desola un po'
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Elia Frapolli
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inserito il: 29.10.2016 10:18 |
I Castelli di Bellinzona sono i castelli, il Parco nazionale è il parco, ma ad essere lo stesso è il modo in cui si promuove il turismo. Non bastano le bellezze paesaggistiche, naturalistiche, storiche, architettoniche, ecc. per attrarre visitatori, serve creare un'identità, un marchio, come si direbbe in inglese un "brand" che ci distingua da tutti gli altri. I Castelli di Bellinzona da quando si fregiano del marchio UNESCO vedono il numero di visitatori aumentare di anno in anno. Non che prima non fossero altrettanto belli. E poi perché no, le scelte che si prendono oggi potrebbero essere ponderate con gli occhi di domani. Oggi i castelli di Bellinzona e le sue mura sono per tutti un patrimonio intoccabile ed eccezionale che attira migliaia di visitatori ogni anno. Ma se solo torniamo indietro di alcuni secoli questi ultimi rappresentavano poco più di un arsenale o un ottimo sito da cui ricavare materiale di costruzione a basso costo per ciò che in quel momento rappresentava il progresso. I punti di vista sulle cose cambiano con il passare del tempo... Complimenti per l'interessante e animato forum che ho avuto modo di scoprire in questi giorni!
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alfiero
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inserito il: 29.10.2016 11:02 |
Siamo vicini al voto, la gente ha deciso, sarebbe grave se il risultato della votazione dipendesse dal voto dell'ultimo indeciso, vorrebbe dire che il volere della maggioranza risicata opprime la minoranza quasi equivalente. La sostanza è "fatta" la forma dei vari episodi comincia invece a incuriosire, si attribuisce responsabilità agli intellettuali, gli uni per un insufficiente sostegno al parco, gli altri per l'insufficiente premura nel vegliare che la cultura, la tradizione, gli usi e costumi locali, fossero sufficientemente tutelati di fronte ad un cambiamento che vuol vedere, al vertice, non più solo le nostre autorità e non più le nostre autorità con tutte le facoltà di prima. Incuriosisce lo spauracchio della sparizione della solidarietà intercomunale, e del sostegno federale all' "agroambientale" Si attribuisce, dagli uni, responsabilità ai giornalisti rei di tenersi troppo in disparte e di non parlare a spada tratta a favore del parco, mentre gli altri li capiscono perfettamente: la pressione sui media (constata persino dal sottoscritto) affinché parlassero del parco in bene e le varie disapprovazioni venissero sopite è stata esagerata. La libertà di espressione rimane per buona fortuna, cara a tanti, e quindi meglio tacere che essere l'espressione di altri. Si comincia a speculare sui primi indizi ufficiali: il si critico del On. consigliere di Stato, la schiacciante maggioranza di no di un'assemblea comunale, il si scontato di tre Consigli Comunali, cose che ci riportano alla situazione di qualche anno fa quando il sondaggio disse che solo una debole minoranza era favorevole al parco, mentre i Municipi e i Consigli Comunali lo erano all'unanimità o quasi. Si pensa al dopo voto: in quale situazione, se il parco venisse accettato, ci troveremmo il 28. novembre e nel 2027 quando, in un possibilità teorica di ritornare allo stato pre parco, ci si dovrebbe esprimere di nuovo. Invece, se il parco venisse respinto, il 28 novembre sarebbe il giorno in cui, come da molti auspicato, troveremmo la compattezza per contrastare l'abbandono delle zone periferiche ponendo sul tavolo della discussione cantonale lo sfruttamento delle nostre "vecchie" ma importanti e sempre attuali risorse. Buon fine settimana
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alfiero
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inserito il: 29.10.2016 11:09 |
Al Signor Frapolli direi che i castelli di Bellinzona hanno un significato storico, mentre il parco toglie il significato storico a molte cose e molti valori bleniesi.
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mara
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inserito il: 29.10.2016 22:11 |
Grazie Alfiero per aver ricordato uno dei pilastri della società svizzera: la libertà di stampa. Personalmente, sono un'... appassionata fan dell'art.16, capoverso 2 della Costituzione federale: Art. 16 Libertà d'opinione e d'informazione 1 La libertà d'opinione e d'informazione è garantita. 2 Ognuno ha il diritto di formarsi liberamente la propria opinione, di esprimerla e diffonderla senza impedimenti. ***** È questo il mio principio più caro e l'auspicio per la continuazione di un dibattito in modo leale e civile e soprattutto rispettoso delle opinioni altrui. Non dobbiamo dimenticare che siamo tutti "sulla stessa barca" chiamata Valle di Blenio (una bella e vivace barca, penso io) e che, Parco o non Parco, dopo il 27 dovremo tornare comunque a remare tutti assieme per il bene comune. Sarà allora, dopo il 27.11, che si misurerà la vera forza e maturità della Valle: primo nell'accettazione e nel rispetto concreto e reale del risultato del voto; secondo nel "resettarsi" dall'estremo frazionamento pre-voto e tirare la corda tutti dalla stessa parte. Me lo auguro con tutto il cuore! Perché, vada come vada, credo nella Valle e nei bleniesi! Auguri e buona serata :-)
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Gaetan
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inserito il: 30.10.2016 16:35 |
IMPRESSIONANTE, per non dire sconcertante, il silenzio dei più diretti interessati e più “colpiti” dalle norme proibitive del futuro Parc-Adula (soprattutto in zona nucleo): alpigiani contadini e patriziati. Nessun intervento da parte degli amministratori patriziali alle serate pubbliche. Tutti dormono tranquillamente. Bocche chiuse. E sì che le principali norme riguardano proprio il loro territorio e il relativo futuro utilizzo (o inutilizzo). Gli alpeggi (sono almeno 5 tra i migliori del Cantone) si vedranno decurtare dell’85% il pascolo, ed è ipotizzabile la stessa proporzione di meno del bestiame caricato, ridotto, si può credere, al 15% dell’attuale. Quindi, con 10 o 12 mucche o 50 pecore nessuno caricherà più un alpe… Ecco “onorato” l’art. 17 cpv. e) senza eccezioni… Ma lo sanno costoro che, con queste condizioni, i loro alpi potranno essere (o saranno) chiusi “per consentire alla natura di svilupparsi liberamente”? Lassù dove da secoli e secoli si pratica una pastorizia vitale per l’uomo, si è mantenuto il territorio intatto e arricchito, per consegnarlo ora integro ai… signori del Parco. Questo è in netto contrasto con il Rapporto (negletto?) sul concetto di utilizzo all’attenzione del ParcAdula del prof. Peter Rieder del 2009. Ecco cosa dice anche, in sintesi, il signor Rieder: “l’Ordinanza sui parchi vuole impedire l’alpeggio”, mentre parallelamente l’Ordinanza sui contributi d’estivazione e l’Ordinanza sulla designazioni montagna e alpe lo vuole incentivare!!! E ancora: “Nel territorio di pascolazione (attuali pascoli) dal profilo ecologico l’estivazione adempie importanti funzioni per l’ambiente”. Lo dice il Rapporto Rieder. Non è tutto: “Nel territorio d’estivazione si sono formate delle biocenosi ricche di specie, che senza la gestione da parte dell’uomo sarebbero andate perse…”. “Gli effetti economici della gestione degli alpi sono molteplici” ecc. ecc. La proposta del Parc-Adula invece è quella di indennizzare l’alpigiano per il minor reddito? Allora il formaggio con il marchio del Parco dove lo prenderemo? E le mandrie dell’alta valle di Blenio dove saranno poi estivate durante i 4-5 mesi da giugno a settembre? Non è forse messa in serio pericolo l’esistenza stessa di certe nostre aziende agricole? Una seria riflessione si può ancora fare.
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alfiero
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inserito il: 30.10.2016 18:23 |
ottima descrizione, Gaetan, dell'assurdità chiamata parc Adula. perché non la pubblicate sui quotidiani?
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Rolando
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inserito il: 30.10.2016 21:30 |
Signor Gaetan, in merito alla sua presa di posizione sul futuro utilizzo degli alpeggi nella zona nucleo , vorrei farle notare che le cifre e le percentuali da lei esposte non corrispondono a quanto contenuto nella Charta Parc Adula. Al capitolo B , pag. 21 si può leggere : 6.2 Modifica dei perimetri di pascolo e dei concetti di gestione a. Durante l'esercizio del parco l'obiettivo è diminuire i perimetri di pascolo, che occupano circa un quarto della superficie della zona centrale (situazione iniziale), e ridurli a lungo termine al 15%. Quindi non si intende arrivare al 15% (con una riduzione dell'85%) della superficie degli alpeggi , cosa che effettivamente non avrebbe senso, ma bensì al 15% dell'intera superficie della zona centrale che ora rappresenta ca.un quarto. Tutto questo in accordo con i proprietari e gli alpatori che del caso riceveranno un indennizzo per la minor superficie fluibile e per la diminuzione dei capi caricati.
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rasputin
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inserito il: 31.10.2016 14:46 |
Il dopo 28 novembre, qualora la votazione dovesse dire di NO al parco, sarà una buona occasione per esaminare sia gli errori fatti dai promotori, sia per esaminare quali reali possibilità esistono o si potrebbero proporre per cercare ulteriori e/o nuove fonti di sviluppo e/o per migliorare le fonti esistenti. Quindi l'occasione (o dovrebbe esserla) per rimboccarsi veramente le maniche unendo forze ed idee e magari coinvolgendo persone e personaggi finora non coinvolti o ritenuti da accantonare! Sarà l'occasione (o dovrebbe esserla) per provare con nuovi ed i giusti mezzi a proporre, progettare e rivendicare il proponibile, il progettabile ed il rivendicabile. Sarà l’occasione (o dovrebbe esserla) per accantonare i discorsi politici e partitici (e dei politici e partitologhi) e proporre il proponibile, il progettabile ed il rivendicabile, con spirito creativo, logico e pragmatico. Sarà l’occasione (o dovrebbe esserla) per far vedere e far accettare quali sono i reali bisogni e le reali possibilità per migliorare la situazione. Non deve essere ( o non dovrebbe esserla) l’occasione per piangersi addosso e farci credere di piangersi addosso che abbiamo perso il terno o peggio ancora che si è voluto far perdere il treno a qualcuno. Di treni ne passano sempre, per ogni direzione ed a diverse velocità; treni diretti, eurocity, intercity, regionali, tilo, “treno del latte”, eccetera. Ognuno con specifiche e necessità diverse, secondo necessità dell’utilizzatore. Attenzione che più il treno è diretto, più passa distante da noi ed in meno posti si ferma.
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rasputin
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inserito il: 31.10.2016 15:12 |
Qualcuno sostiene quanto sotto! Ma il nostro parco nazionale NON sarà pagato dai Comuni. Sarà finanziato da Confederazione (60%), Cantoni Grigione e Ticino (20%) e il restante 20% dai Comuni, Regioni e Sponsor privati. Per i Comuni c'è comunque un tetto massimo fissato, 10'000 franchi all'anno se non erro. Grande verità?! No, grande disinformazione. (letto in Facebook) Mi sembra che la grande disinformazione sia di diversa natura e di diversa provenienza. Nei diversi documenti si legge diversamente, cioè. I comuni hanno il tetto massimo di CHF 10'000 per la tassa annua di adesione (specie di tassa sociale), fissata con un range che va da CHF 3 a CHF 9 per abitante. Tale tassa non ha niente a che vedere con i 5;5 Mio che PA ha bisogno per l’auto gestione della struttura. Come che i CHF 5,5 Mio NON SEVONO PER PROGETTI DI SVILUPPO REGIONALE, MA SOLO PER LA PROPRIA GESTIONE! Questi CHF 5,5 Mio saranno finanziati con la sopra indicata percentuale. Come non si dice che il 20% di finanziamento previsto da sponsor vari, è stato messo assieme ai contributi dei comuni ed ha il seguente inghippo. Se dovessero mancare gli sponsor privati, ipotesi non così vaga e teorica visto i tempi che corrono, quanto manca per raggiungere tale percentuale sarà caricata completamente sui comuni! Come non si dice che in altri luoghi chi ha voluto il parco, paga l’affitto del terreno ai comuni, patriziati e/o singoli proprietari! Se poi, i CHF 5,5 Mio preventivati, non dovessero essere abbastanza, tale importo lieviterà e dovrà essere coperto. Conosciamo MOLTO MA MOLTO BENE COME FUNZIONA!! Si va sempre a votare ed accettare enormi sorpassi, solo a posteriori quando i sorpassi sono stati già consolidati e non si può più tornare indietro. Piega, brutta piega! Piaga, brutta piaga! Paga, sempre paga! La disinformazione crea la confusione e toglie la ragione!
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PARC ADULA
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