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Blenio Café
ASILANTI
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marcello
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inserito il: 5.7.2012 13:39 |
Sconcertante! Il men che si possa dire, richiedenti d’asilo parcheggiati sul passo del Lucomagno!! Ci si potrebbe chiedere se il caldo di questi giorni stia fondendo il cervello dei nostri governanti in quel di Berna! Si è iniziato con la proposta d’insediamento di un centro per asilanti presso l’aeroporto di Lodrino, dove sono presenti ditte ad alto livello tecnologico che danno lavoro a .ca 150 persone, una su tutte la RUAG di proprietà della confederazione, giusta la reazione delle autorità comunali e cantonali. Domanda: In che misura i politici e gli amministratori federali conoscono la nostra realtà. Ora sta prendendo piede l’idea di insediare i richiedenti d’asilo in un bunker situato sul territorio del comune di Medel, a due passi dal ristorante del passo. Sconcertante le esternazioni del sindaco del comune di Medel: “La nostra regione acquisterà maggior visibilità”, e quelle del funzionario federale: “Poseremo dei container per tenerli occupati e farli divertire” Fin troppo facile immaginare quali saranno le conseguenze dal punto di visto turistico, quanti vorranno ancora percorrere i numerosi sentieri della zona? Quanti se la sentiranno di trascorrere una giornata in questa bellissima zona, dove la natura la fa ancora da padrone? E qui ci metto anche il lato Bleniese, quando la Crüarina salirà dalla valle di Medel, e verso sud in cielo apparirà il blu, provate ad immaginare quale direzione prenderà questa gente?
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Richi
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inserito il: 6.7.2012 18:32 |
... certo che come proposta è un poco "strampalata"... ok che è a corto termine... per fortuna. E quando farà freddo? Tutti a consumare nelle sale e salette del ristorante del Passo? Un container per contenerli tutti per le attività ricreative? Mah... mah... E l'aspetto turistico? La zona in estate si sa, è molto frequentata. Mi permetto sollevare qualche perplessità...
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alfiero
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inserito il: 16.7.2012 3:59 |
“Tüc ma vöran ma nesün me pia” diceva una buon anima tanto corteggiata e mai sposata. Qualcosa di simile potrebbero dire anche gli asilanti, siccome tutti vogliamo che la CH ne accolga una parte ma non alloggiati nei paraggi di casa nostra. La cosa è comprensibile poiché, secondo le esperienze finora fatte fra i cento che si conta di alloggiare lassù qualcuno combinerà la sua, ma non porta ad una soluzione. Dall’esperienza di un centro a 2000 msm autorità svizzere e richiedenti l’asilo potrebbero trarne degli insegnamenti (Svizzera meno attrattiva), opporci mi sembra però un diritto nostro da utilizzare, ma Berna e Medel volendo il centro lo si potrà fare e nell’eventualità che il vento ci soffi contro non costruiamo muri ma mulini a vento. L’occasione è buona per rafforzare i rapporti con Medel: c’è da organizzare il servizio di polizia, il servizio di approvvigionamento dei beni di consumo necessari, e poi servirebbe prendere la palla al balzo per esortare la stampa a parlare bene del Lucomagno, della sua importanza, della sua abitabilità e quindi della necessità di accelerare i motori della macchina per la messa in sicurezza della viabilità invernale del passo, ma anche del miglioramento della strada del passo nel suo complesso (Ti e GR) non ci gioverebbe per niente il contrario, cioè la descrizione negativa del luogo da parte di chi si oppone al progetto. Buona sera
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Erika
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inserito il: 16.7.2012 21:56 |
Al di là della "pubblicità" negativa o positiva per il Lucomagno, non penso proprio che portando gli asilanti lassù si possano risolvere altri problemi quali quelli accennati da Alfiero. La mia perplessità è questa: è logico portare a duemila e rotti metri di altitudine gente che proviene dai paesi caldi (p.es. Africa...)? Si può essere pro- o contro- asilanti, ma la cosa non mi sembra per nulla logica. Nessuna parte della Svizzera è simile all'Africa o altro paese a clima caldo e mi direte che gli asilanti ci vengono ugualmente, ma la soluzione prospettata ora da Berna non sa un po' di presa in giro?
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Gina
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inserito il: 16.7.2012 23:49 |
Cari tutti e tutte, anzitutto preferirei mettere questa conversazione sotto un altro titolo: richiedenti l'asilo. Cosa cambia, direte voi, ma l'uso della lingua cambia anche la mentalità. Il "political correct" negli Stati Uniti - paese che ha dovuto e deve tuttora confrontarsi con un grande movimento immigratorio multiculturale - a volte sfiora il ridicolo, ma è un principio che (ancora) nessuno osa mettere in dubbio. Il termine “asilanti” viene usato quasi solo in modo negativo. Hanno ragione Erika e Alfiero a chiedersi se è giusto collocare i richiedenti l'asilo sul Passo del Lucomagno, dove per gran parte dell'anno vivere (anche per noi europei...) non è possibile. Potremmo anche farli andare sulla luna. La mia preoccupazione certo non è l'immagine turistica (tanto, mi sembrerebbe ipocrito voler presentare un Heidiland che non c'è) o la paura (in gran parte fomentata ad arte da chi non vuol parlare dei veri problemi della società). La mia preoccupazione è che siamo arrivati a quei punti: nessuno vuole accettare i richiedenti l'asilo. Dappertutto la levata dei scudi. Mentre, a guardare bene, ammesso che i problemi ci sono e non li voglio negare, come Svizzera siamo confrontati solo marginalmente con il problema: la più importante migrazione dei popoli viene assorbita dai paesi africani stessi, che però non hanno i nostri mezzi per accogliere, nutrire e vestire tutte queste persone. Per loro si tratta di centinaia di migliaia profughi all'anno. In più, come Svizzera, abbiamo costruito gran parte della nostra ricchezza chiudendo gli occhi davanti allo sfruttando dei popoli nei paesi del terzo mondo, e tuttora c'è chi difende il segreto bancario a denti stretti, per chi? Certo non per chi lavora onestamente e mette via il suo piccolo gruzzolo.
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china
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inserito il: 17.7.2012 5:59 |
Ma chi ha pensato di sistemare gli asilanti sul Lucomagno, pensa anche che loro non sentano il freddo? Sono persone come tutti noi, quanti di noi sceglierebbero di passare 6 mesi sul Lucomagno? Forse sarebbbe meglio vedere di accorciare il tempo nel trattare le loro pratiche amministrative. Cerchiamo di scoprire al più presto chi vuole approfittare della situazione, al fine di poter aiutare nel miglior modo possibile chi ha veramente bisogno.
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lo scriba monatno
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inserito il: 18.7.2012 1:17 |
Non bisogna e non è bello e corretto generalizzare (come si dice: fare d'ogni erba un fascio). Tutti noi conosciamo brava gente lavoratrice ed onesta e cattiva gente lazzarona opportunista ed approfittatrice in tutto il mondo, sia vicino a casa, sia agli antipodi di qualsiasi razza ed estrazione. Necessita però essere pragmatici e realisti (e non è assolutamente un discorso da razzista!) Ci sono asilanti e asilanti. Le esperienze insegnano. La difficoltà, sembra, sta nel determinare chi ha veramente bisogno e merita di essere aiutato con i mezzi disponibili e chi invece viene da noi con certe intenzioni. Ma questo è un problema del mondo politico che forse non vuole chinarsi sul problema. A meno che non convenga a qualcuno. Che poi non è così difficile fare la differenza. Come ben si sa, ci sono stati casi segnalati da ambasciate o altri enti, dove le nostre istituzioni hanno "sorvolato" ammettendone l'entrata e la permanenza. Che poi non sia opportuno metterli sul passo del Lucomagno, necessita vedere da che parte si vuole vederla. Chiaramente sotto l’aspetto dell’immagine si può dubitare della bontà della decisione. Sotto l’aspetto umano, il bunker ha ottime sembianze e ottima funzionalità. Questi stabili li ho visti nascere e ci sono stato dentro molto. Tanti di noi hanno risieduto per periodi ben più lunghi di quanto prospettato in posti molto peggiori, sia in servizio militare che in altre occasioni; quindi non è assolutamente degradante, anzi! Per alcuni mesi all’anno son sicuro che qualcuno ci farebbe la firma. È recente la statistica che le richieste da noi sono circa dieci volte maggiori che nei Paesi che ci circondano e che hanno dieci volte la nostra popolazione. Questo non fa riflettere? Il termine adottato di asilante non è assolutamente spregiativo. Tutti i dizionari menzionano: asilante – colui o colei che richiede asilo. Quindi asilante o richiedente d’asilo è la stessa cosa ed ha lo stesso effetto. Sarebbe come dire postulante o richiedente la posizione (viaggiatore o colui che cammina; ladro o colui che prende di nascosto senza consenso eccetera..). Lo scopo finale dell’azione voluta non cambia. Buone vacanze e … magari sul Passo!
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mara
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inserito il: 23.7.2012 21:07 |
Noto con un certo rincrescimento e disappunto che "laRegioneTicino" ha pubblicato negli scorsi giorni alcuni articoli il cui sunto - semplificando assai neh... - potrebbe essere: "caccia all'asilante ladro". Di "esempi" poco edificanti di ladri e ruberie varie in casa nostra, targati "bleniesi D.O.C", ne avremmo parecchi, inclusi furti di veicoli cingolati e attrezzi vari, non solo biciclette. Quindi... Questo per dire che il bene e il gramo esistono in tutte le comunità. Tuttavia il problema di una reale "convivenza" con l'ultima generazione degli asilanti - chiamiamola così - esiste ed è davvero inutile nasconderlo o minimizzare. E' inutile nascondere e non serve farlo neanche a noi, alla nostra comunità tutta che con generosità e spirito da sempre solidale, dà accoglienza a chi pensa ne abbia bisogno. Il problema sta più in alto. E' cambiata la tipologia del richiedente l'asilo (parlo di maggioranze). Deve cambiare anche la politica dell'asilo. La regola che dovrebbe valere è quella del rispetto. Rispetto reciproco e anche del Paese in cui tu sei e che ti ospita spesandoti in tutto e per tutto. Quanto alla permanenza (determinata nel tempo?? Lo doveva essere anche a Biasca... Però lì si tratta di famiglie con bambini), di richiedenti l'asilo sul Passo del Lucomagno, personalmente nutro qualche se non tante perplessità... E' un tema molto delicato e non facile. Molto più facile è essere tacciati di razzisti... Il discorso potrebbe essere molto lungo...
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Gina
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inserito il: 24.7.2012 18:04 |
Cara Mara, hai ragione a dire che non è giusto accusare di razzismo chi è critico nei confronti dei richiedenti l’asilo e della politica d’asilo, e io non lo faccio di certo se il discorso è onesto e differenziato. Ma purtroppo di affermazioni razziste se ne leggono e sentono fin troppe, e le ritengo una deriva pericolosa e irresponsabile. Per sgomberare il campo da malintesi: non ritengo né il tuo intervento né quelli precedenti al tuo su questo forum interventi razzisti. Ma ho comunque un po’ un’altra visione. C’è una certa area politica che fomenta abilmente paure e odio, butta tutto quello che è estraneo a noi in un pentolone e fa credere che i nostri problemi sono loro, i stranieri, distraendo l’attenzione pubblica da quei problemi che invece realmente dovrebbero preoccuparci: il lavoro (salari insufficienti, precarizzazione, disoccupazione giovanile), l’avidità smisurata di molti manager di banche e dell’economia privata, e la crescente forbice, anche da noi, tra ricchi e poveri. L’emarginazione. La tendenza di smantellare lo Stato sociale, che, per finire, è sempre stato garante della nostra pace sociale. I problemi ambientali che sono li da vedere, ma non si vogliono affrontare con coerenza e fermezza, anche se sono una bomba a orologeria per i nostri figli. Certo, è più facile scatenare una “guerra tra i poveri”, e a corto termine appagante in termini elettorali e di consenso. Per fare questo non è neanche necessario differenziare: dal richiedente l’asilo al frontaliere, dallo straniero domiciliato con permesso al naturalizzato e al sans-papier - tutto lo stesso. Pecore nere. Sono d’accordo con te che la politica d’asilo deve essere ripensata, e che la situazione nei centri d’accoglienza è tante volte difficile. Credo che un esempio positivo per un piccolo cambiamento è quello di Chiasso, dove i richiedenti fanno lavori di pubblica utilità. Secondo me non fa bene a nessuno dover solamente dipendere dalla carità degli altri, ed è molto frustrante soprattutto per persone giovani, capaci di lavorare e imparare. Bisognerebbe, secondo me, sviluppare questo tipo di occupazione per i richiedenti l’asilo, come anche la possibilità di imparare delle cose che possono servire per il loro futuro, indipendentemente se restano in Svizzera o no. Non sarei neanche contraria ad un obbligo in tal senso. Sono anche d’accordo che bisogna velocizzare le procedure, per non lasciare queste persone per anni ed anni nell’incertezza, senza però togliere loro la possibilità di ricorso: è un diritto fondamentale poter far riesaminare la propria causa. Quello che invece vorrei capire è dove si vuole arrivare con gli ultimi inasprimenti sulla legge d’asilo, accolti dal Consiglio Nazionale. Non più riconoscere la diserzione come motivo d’asilo? Vi rendete conto che questo significherebbe che, p.es., un siriano che si rifiuta di sparare contro donne e bambini e quindi diserta, non ha più diritto d’asilo in Svizzera? Non più accettare le richieste d’asilo presentate nelle ambasciate svizzere? Rendere più difficile, se non impossibile, il ricongiungimento familiare? Far vivere i richiedenti l’asilo con 8 franchi al giorno? Ma chi crede veramente di dissuadere in questo modo i ladri di biciclette e risolvere i problemi di piccola criminalità? L’unico effetto che si ha è quello di una Svizzera cinta da filo spinato, e un aumento dell’ingiustizia nel mondo.
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alfiero
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inserito il: 25.7.2012 17:08 |
Non me ne intendo di guerre e di rifugiati ma noto che le opinioni divergono nonostante il problema sia identico per tutti (non dove metterli ma come tenere a bada chi delinque) le soluzioni di cui si parla sono fantasiose e dipendenti dalle ideologie per cui ci dovremmo interrogare sulla nostra capacità di intenderci e, se vogliamo, sulla capacità a livello europeo di diluire questi immigrati sul territorio in proporzione alla popolazione, non dimenticando che gli umani sono animali territoriali e amano difendere il loro territorio, caratteristica naturale che va riconosciuta anche agli Svizzeri che ne ospitano troppi, pena l’indebolimento dei requisiti dello stato (territorio e popolazione) Il cittadino comune è d’accordo sul rispetto dei diritti dell’uomo (che dovrebbe comprendere anche il rispetto degli indigeni da parte dei non indigeni) ma da li ad accettare che persista la situazioni in cui delinquere non è un problema perché la repressione CH è dolce c’è spazio per un impegno di tutti i partiti a trovare una misura repressiva efficace .Per chi arriva con intenti malsani la prevenzione non serve. Comprensione per i vecchi, malati, donne e bambini, ma qui ci sono fior di giovanotti che in patria loro potrebbero magari aiutare i loro compaesani a liberasi dal dittatore.
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ASILANTI
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