Blenio Café
OSPEDALE DI ACQUAROSSA
Richi
inserito il: 9.12.2013 17:51
Ho controllato nel BC... e l'Ospedale di Acquarossa, il nostro ospedale di Valle con un utilissimo e importante Pronto soccorso, ancora non figura!
Gli eventi e le decisioni che si prospettano, le varie notizie che si leggono devono farci stare all'erta.
O che le nostre valli periferiche siano davvero solo destinate e diventare dormitori per i pendolari e riserve naturali per i grandi centri in cerca di svago nel fine settimana?
marcello
inserito il: 9.12.2013 20:31
In effetti... leggendo qua e là le notizie di cronaca, si fatica parecchio a capire quali siano le reali intenzioni di chi sta progettando questa riorganizzazione.
Pure l'assenza, alla serata pubblica di Acquarossa, dei responsabili dell'EOC e di altre personalità politiche vallerane, preoccupa, e in un certo senso fa temere il peggio :(
Moderatrici
inserito il: 17.12.2013 5:58
Cari utenti,
il Consiglio comunale di Acquarossa ha votato all'unanimità nella sua riunione di questa sera una risoluzione che riguarda l'Ospedale di Acquarossa e il suo futuro.

Gentilmente concessaci da relatore Mauro Tognali, la riportiamo qui nella sua versione integrale.

E' stata firmata da tutti i gruppi politici presenti in Consiglio comunale (PLR, PPD, PS e indipendenti). LA STESSA RISOLUZIONE E' STATA VOTATA PURE DAL CONSIGLIO COMUNALE DI SERRRAVALLE E, il 17 dicembre, DAL CONSIGLIO COMUNALE DI BLENIO. L'hanno firmata i rappresentanti di tutte le formazioni politiche.


RISOLUZIONE

Presentata al Consiglio comunale di Acquarossa del 16 dicembre 2013

Presupposti:

Provocano inquietudini le notizie trapelate sugli approfondimenti iniziati dal Dipartimento sanità e socialità (DSS).

La nuova pianificazione ospedaliera cantonale, prevista dal 2015, infatti avrà ripercussioni per gli ospedali di Faido e Acquarossa, ma al momento non è dato di sapere precisamente ancora quali e con che conseguenze.

Ridimensionamento, riorientamento, riduzione di cure acute sostituendole col post acuto? E i posti di lavoro?

Domande legittime di una Valle periferica, che negli ultimi decenni ha visto scomparire, via via, servizi e posti di lavoro.

Esposizione:

Dalle dichiarazioni rilasciate ai media, dal consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, sembra che il Cantone: “non intende ridurre il ruolo dei due nosocomi”, conferma in ogni caso: “la volontà di riorientarli rinnovandone le strutture ai bisogni di una sanità pubblica razionale ed efficace che soddisfi le esigenze future”.

L’iter pianificatorio ancora in corso, non permette di conoscerne i dettagli, ma conferma quanto ipotizzato.
Per Acquarossa si rafforza l’idea di un polo sociosanitario, ricalcando il modello di Cevio, con la differenza che le cure ospedaliere rimarranno nella forma d’istituto di cura post acuto per degenze di una o più settimane. Il tutto sarà completato da Pronto soccorso e fisioterapia. Ipotizzata con ciò una radicale ristrutturazione dell’intero complesso, o ancora meglio la costruzione ex novo.

Interrogativi:

Se da una parte, può essere confortante che vi sia in atto una ristrutturazione completa, della creazione di un centro specialistico per la riabilitazione e del mantenimento del servizio di Pronto Soccorso, d’altra parte c’è chi teme un’importante riduzione del numero dei posti letto e dei posti di lavoro e un eventuale smantellamento del Pronto Soccorso.

Per la popolazione di tutta la valle, il Pronto Soccorso e l’ospedale di Acquarossa, sono di fondamentale importanza.

Il servizio di Pronto Soccorso offre una medicina d’urgenza di prossimità alla popolazione e quindi contribuisce in modo rilevante alla sua salute, incolumità e sicurezza.

L’ospedale è con 50 posti letto e 125 dipendenti uno dei più importanti datori di lavoro della valle. Offre posti di lavoro qualificati in vari ambiti della sanità e ricopre un indispensabile ruolo per l’occupazione e l’economia locale.

Conclusione:

Da anni le valli pagano lo scotto delle ristrutturazioni e degli smantellamenti, vedi uffici postali, trasporti, militari ecc. Queste valli hanno urgentemente bisogno di investimenti per contrastare, fermare o addirittura capovolgere questa spirale economica negativa.
Per questo una politica sanitaria oculata e attenta alle regioni periferiche è un’opportunità per invertire la tendenza e, al posto di smantellare, mantenere e creare delle strutture di valore per tutto il cantone.

Risoluzione

Pertanto per i motivi esposti:

Il Consiglio comunale di Acquarossa chiede, con la presente risoluzione, al Consiglio di Stato di elaborare, con la nuova pianificazione per l’ospedale di Acquarossa, un progetto di qualità con un futuro certo, che offra lo stesso numero di posti di lavoro o incrementarli e di mantenere il servizio di Pronto Soccorso con la stessa categoria attuale (categoria B).
fabio
inserito il: 4.1.2014 20:35
Ho visto la mozione presentata da MT alla recente seduta di CC. I miei complimenti, si tratta sicuramente di una importante reazione a quanto, di “meno buono”, potrebbe accadere al nostro ospedale. Vi ripresento, qui sotto, il mio intervento di luglio 2010 su BC. In effetti, le intenzioni EOC di modificare la destinazione dei nosocomi periferici sono il risultato di taluni cambiamenti LaMal: in buona sostanza si è passati da un finanziamento in base alle singole prestazioni fornite dai nosocomi ad uno di tipo globale “Fallpauschal”. Che, in ambito “Fallpauschal”, le migliori condizioni le avrebbero ottenute unicamente gli ospedali dei centri, lo si poteva già ipotizzare nell’anno 2010, se non prima. Ora, si tratta di correre ai ripari circa il futuro degli enti di periferia. Personalmente, sono convinto che, da sola, la reazione politica non consoliderà il futuro di Acquarossa. Permettetemi un suggerimento: è necessario supportare la politica con una perizia tecnica, fatta con i criteri di chi conosce la LaMal e i suoi cambiamenti (vedi “Fallpauschal”) e atta a dimostrare in quali nicchie di mercato, Acquarossa potrebbe ancora inserirsi per ottenere risultati economici tali da convincere EOC a rinunciare a qualsiasi riduzione di personale e di servizi: per esempio, la cura delle complicazioni acute non finanziabili tramite il sistema LaMal, “Fallpauschal”. Ripeto: nella situazione in cui ci si trova laddove è il risultato economico a farla da padrone, ho seri dubbi sulla sola reazione politica. Ai comuni di Blenio, Acquarossa e Serravalle suggerisco un'analisi globale della situazione di profilo tecnico-assicurativo, economico e politico: a livello intercomunale e cantonale, le persone idonee ad una simile valutazione non mancano.
Cordiali saluti e ottimo 2014 a tutti.


L’articolo “medicina del futuro?” (Opinione Liberale 02.07.2010) è il prodotto di una persona estremamente competente in più ambiti: il dott. Ignazio Cassis. Giudico questo testo una buona base di partenza per renderci conto che, tra non così tanti mesi, entrerà in funzione una modifica della LaMal che ci coinvolgerà in diversi modi e maniere.

Siamo tutti in possesso delle necessarie informazioni per capire come e quanto ci toccherà questo nuovo cambiamento? Io, sicuramente no. Per gli altri non posso rispondere. Per esempio, in ambito delle degenze ospedaliere acute: scatterà il finanziamento forfettario (Fallpauschal) dei ricoveri, i Cantoni non elargiranno più sussidi agli istituti e nemmeno si assumeranno le loro perdite. Credo che domande del tipo: 1) cosa succederà agli enti ospedalieri (io dico specialmente quelli periferici) che negli ultimi anni non hanno investito e che, prima del 2012 non hanno più il tempo per farlo? 2) Se il finanziamento forfettario delle degenze comprende tutto, chi pagherà le complicazioni mediche durante la degenza? 3) a partire dal 2012, cosa coprirà l’assicurazione complementare di malattia visto che, in caso di degenza, sarà già l’assicurazione di base a pagare, secondo il sistema “tutto compreso”? Oppure ancora: 4) conosciamo i risultati (positivi e negativi) di talune nazioni che, da anni stanno lavorando in questo modo?

Domande a cui sicuramente dovrà essere data una risposta e materia di riflessione per tutti gli istituti ospedalieri che, prima del 2012, non hanno più il tempo materiale per investire.
Buona domenica a tutti.
Fabio
Richi
inserito il: 6.1.2014 4:57
Da parte mia, ancora non riesco a capire se corrisponde al vero la notizia dell'intenzione dell'EOC di "sbatter giù" l'attuale ospedale per costruirne uno nuovo, sull'arco di 6 anni.

In questi 6 anni, che succede con i reparti di Acquarossa? Personale? Medici? 6 anni sono tanti...

L'operazione è molto onerosa. Si parla anche di un nuovo ospedale cantonale. Tutti questi oneri non ricadranno di nuovo sul cittadino? Per forza... :-(
Siamo in un'epoca dove in nome del profitto economico il servizio pubblico si è praticamente estinto... specie nelle valli...ora per spedire una lettera, la nostra cara Posta ci manda nel negozio del paese, ma se assieme alla lettera vogliamo anche spedire soldi, non va... dobbiamo spostarci all'ufficio postale... più vicino...

Per gli ospedali, ovviamente la materia è molto più complessa e gli interessi in gioco molti. Se vogliamo salvare il salvabile ad Acquarossa, dovremmo farci sentire anche noi... abitanti e fruitori dei servizi dell'ospedale, specie del Pronto soccorso.
natascha
inserito il: 8.1.2014 1:23
Non possiamo lasciarci sfuggire l'Ospedale di Acquarossa e nemmeno quello di Faido. Dobbiamo fare di tutto per forzare la voglia di centrismo dell'EOC e per allargare le vedute e includere nelle priorità non solo Civico e San Giovanni ma anche Acquarossa, Faido, sennò mi sa che sono guai per gli abitanti della Valle. Ne va della nostra vita stessa. Quando una persona è colta dall'infarto, ha bisogno di essere vista subitissimo e quindi deve essere portata in Pronto Soccoro dell'Ospedale più vicino, nel caso contrario rischia seriamente, se non di rimanere stecchita, almeno rimanere andicappata a vita. Il cervello non può rimanere più di 6 minuti senza ossigeno dopodiché subisce danni irreversibili. Abbiamo bisogno di un ospedale, di medici e primari valorizzati per il lavoro che fanno, abbiamo bisogno di fare sentire la nostra voce, non siamo cittadini di seconda categoria, non si scherza con la salute. Mi auguro che l'EOC non sia diventato il Titanic.
Chi lo sa che ad Acquarossa e a Faido ci sono primari di ottima qualità e competenza? Chi lo sa che nelle nostri valli ci sono fior di medici, ma per essere ancor più performanti, hanno bisogno di poter risposarsi su di una struttura ospedaliera molto solida. Dobbiamo veramente continuare a lottare e sostenere il nostro diritto all'accesso alle migliori cure possibili.
mara
inserito il: 8.2.2014 18:14
Spunto di riflessione, uno dei tanti apparsi sulla stampa tra ieri e oggi sul delicato argomento...

Faccenda preoccupante, una volta ancora per le regioni periferiche. Reagiamo?

O qualcuno, convinto della bontà di questo andamento, mi fa CAPIRE REALMENTE come stanno le cose? Qualcuno dell'ambiente (medici, politici, assicuratori...)...

Letta così... per noi... non sono belle notizie e non possiamo certi dirci "ottimisti"... pensando alle proporzioni in Gran Consiglio e ai rapporti Città-Periferia...

Mi vien da dire... grazie Franco, instancabile lottatore e voce delle valli dell'Alto Ticino. Bisognerebbe però formare un coro...
Confido sempre che, dietro le quinte, si stia lavorando...

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DA GIORNALE DEL POPOLO, 8 febbraio 2014, p.3

Nuovo finanziamento per i letti post-acuti: il presidente dell’ACT Riccardo Calastri sorpreso dall’aggravio che sta arrivando per i Comuni.

PIANIFICAZIONE OSPEDALI: I COMUNI NON CI STANNO

Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici: «Rischio di una medicina a due velocità».

di Cecilia Brenni

Pianificazione ospedaliera 2015, l’Associazione dei Comuni Ticinesi (ACT) si prepara «a una nuova battaglia» per contrastare i previsti riversamenti di oneri sui Comuni.
Come abbiamo riferito nell’edizione di ieri, i 250 letti post-acuti ricavati da precedenti letti acuti negli ospedali di Acquarossa e Faido, e in tre cliniche private (ex San Rocco, Malcantonese e Varini) saranno finanziati in parte anche dai Comuni, oltre che dagli stessi pazienti.
A conti fatti si parla di una cifra tra i 13 e i 15 milioni di franchi all’anno a carico degli enti locali. «Un ulteriore aggravio che non sarà certo indolore – commenta Riccardo Calastri, presidente dell’ACT – . Posso garantire che quest’anno, nel corso degli incontri sul preventivo 2015, metteremo sul piatto della bilancia questi nuovi oneri».
Il presidente dell’ACT e sindaco di Sementina auspica che in futuro «i Comuni siano maggiormente rappresentati negli organi decisionali».
Anche Franco Celio, deputato del PLR e già presidente dell’Associazione comuni e regioni di montagna (CORETI), esprime delusione per questa nuova tegola che sta per arrivare sui Comuni. «È una situazione preoccupante – ci dice –. Se questa proposta sarà contenuta nel messaggio governativo, temo che sarà difficile contrastarla». Nel mese di dicembre 2013 Celio aveva presentato un’interrogazione in cui chiedeva al Governo: «Corrisponde al vero che in fase di riabilitazione verrebbe richiesta anche una partecipazione finanziaria ai pazienti e ai Comuni?». Ancora non è giunta risposta. «La mia sensazione – prosegue Celio – è che le casse malati stiano cercando di scrollarsi di dosso alcuni oneri. Un atteggiamento tanto più ingiustificato alla luce della cifra esorbitante in materia di premi pagata in esubero dal Ticino».

Ma non sono solo i Comuni a rimetterci in questa possibile nuova impostazione del finanziamento sanitario. Anche i pazienti saranno chiamati a pagare 50 franchi al giorno. Ciò che porta il presidente dell’Ordine dei Medici e granconsigliere PPD Franco Denti a chiedersi «se non siamo di fronte al rischio di una medicina a 2 velocità. Chi ha la possibilità di pagarsi le cure nei nuovi letti post-acuti creati dopo essere stati dimessi dai letti acuti lo farà, gli altri potrebbero dover tornarsene a casa prematuramente o magari di doversi far pagare ancora dai Comuni tramite l’assistenza». Precisiamo – perché il nostro articolo di ieri poteva far nascere qualche confusione terminologica – che questi letti post-acuti non sono destinati alla riabilitazione. Riabilitazione che continuerà invece a venir pagata come sinora al 45% dalle casse malati e al 55% dal Cantone.
Gina
inserito il: 14.2.2014 15:16
Copio e incollo da La Regione di oggi, 14 febbraio:
"Sono quindi previsti 60 posti in subacuto nel Bellinzonese e Valli (30 a Sementina e 30 ad Acquarossa, con pitstop a Faido durante la ristrutturazione dello stabile); 60 posti nel Locarnese e Valle Maggia (a Cevio, alla clinica Varini di Orselina e alla Carità di Locarno); 120 posti nel Luganese (a Castelrotto, alla clinica San Rocco di Lugano e all’opera Charitas di Sonvico); e 30 posti nel Mendrisiotto (al Santa Lucia di Arzo e/o al Beata Vergine di Mendrisio). In queste strutture è pure garantita la presenza di “centri di medicina d’urgenza”, che per il medico cantonale Giorgio Merlani equivalgono a «studi medici molto ben attrezzati». Niente a che vedere quindi con i pronto soccorso, lasciati agli ospedali acuti. «Mi sento di relativizzare le preoccupazioni già sorte riguardo ai posti di lavoro – ha commentato Beltraminelli –. Ci sarà sicuramente qualche cambiamento, ma restano posti di lavoro importanti». Prematuro ipotizzarne il numero. Ma, chiediamo a Merlani, se non si possono ancora stimare i numeri, è ipotizzabile un cambiamento dei profili professionali? In fondo queste strutture sanitarie cambiano tipo di offerta... «Stiamo ancora riflettendo sulla questione: ci saranno medici specializzati in medicina generale e infermieri. Verosimilmente non sarà più garantita la formazione degli assistenti e non sarà nemmeno opportuna una struttura gerarchica come la conosciamo ora». E per le urgenze? «Il medico della struttura sarà a disposizione, mentre stiamo ragionando alle possibilità di collaborazione con i medici di famiglia». Nelle Valli ce ne sono pochi già oggi. «Potremmo valutare di estendere le “regioni di picchetto” fino al Bellinzonese. Vedremo. Ora l’importante è che vi sia l’avallo politico del concetto»."
Non so voi, ma io non mi sento tranquilizzata da queste parole. Per l'ospedale di Acquarossa si va, in ogni caso, verso una diminuzione sia di personale, sia di competenza, e il Pronto Soccorso diventerà "uno studio medico attrezzato".
La mia domanda di fondo è la seguente: perchè "pianificazione"
deve far rima con "smantellamento nelle periferie"? Perchè gli stessi politici che amano farsi fotografare in montagna e mangiar la polenta con gli abitanti delle Valli durante le campagne elettorali, quando si tratta di valorizzare quelle stesse regioni con delle strutture pubbliche, si ritirano dietro una cortina fumogena fatta di belle parole? Un'altra pianificazione è possibile!
richi
inserito il: 14.2.2014 15:45
LA VALLE TUTTA DEVE FARSI SENTIRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

... chi tace, "acconsente" in attesa che l'auspicato "avvallo politico" avvenga! Per il benestare delle cliniche private a noi lontane e dei grossi centri... che bello! Brava Gina!

La sanità è il più grosso business in Svizzera!
Gina
inserito il: 15.2.2014 4:15
Sì, lo penso anch'io: tutta la valle deve farsi sentire!
Un'altra pianificazione è possibile, e noi dobbiamo esigerla!
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