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Blenio Café
GRANDI PREDATORI
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Cleto Ferrari
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inserito il: 27.2.2017 23:43 |
INTERPELLANZA, 27.02.2017 LUPO: indispensabile un ulteriore passo nel solco tracciato Lodevole Consiglio di Stato. Negli ultimi mesi a seguito di ripetuti ed incisivi attacchi da parte di lupi, anche alle strutture in cui trovano riparo gli animali minuti da reddito, abbiamo assistito a chiari reazioni da parte dei Cantoni a noi confinanti: Uri, Vallese e Grigioni. Di fatto questi Cantoni chiedono quanto il nostro Parlamento ha promosso e poi chiesto al consiglio di -Stato di attuare nella primavera del 2010. A livello governativo dopo i recenti attacchi non è ancora stata fatta chiarezza sul come si vuole proseguire in futuro su questo tema. Il settore agricolo in passato era stato tacciato di allarmista da parte degli ambienti che tutelano il rientro incondizionato del lupo sul nostro territorio. Si è cercato di sminuire l’impatto che ciò avrebbe avuto sull’agricoltura e di buttar là a mo di propaganda soluzioni semplicistiche, considerate sicure con troppa superficialità, a livello di protezione delle greggi. In queste settimane abbiamo avuto un assaggio del trend in atto e di ciò che il settore agricolo aveva già da decenni previsto che sicuramente si inasprirà nel tempo se non si intraprenderanno passi maggiormente incisivi rispetto a quanto attuato sino ad oggi e rispetto all’attuale strategia federale. I termini della questione del ritorno del lupo sul nostro territorio per caratteristiche morfologiche e modalità di gestione sono semplici. O l’agricoltura o il lupo. Perdere l’agricoltura sarebbe sacrificare anche una ricchezza di biodiversità dovuta alla gestione agricola del territorio, oltre che a prodotti, presenza umana, paesaggio aperto e diversificato nelle ampie fasce collinari e montane che caratterizzano il Cantone e le sue Valli, di estrema particolarità e unicità tra di loro. Nel 2010 il Gran Consiglio a stragrande maggioranza ha accolto i rapporti 6046 e 6083 che evadevano due mozioni, un’iniziativa e una petizione lanciata dal settore agricolo. Atti parlamentari il cui approfondimento aveva necessitato più anni per un lavoro di dettaglio eseguito sul territorio da parte dei Parlamentari di milizia, con l’ascolto dei diretti interessati e con l’uscita di tutta la Commissione presso un’azienda biologica dedita all’allevamento caprino di montagna. Il seguente passaggio ripreso dal Rapporto è il fondamento strategico della nostra politica cantonale nei confronti del Lupo: La scrivente Commissione ha preso in esame i tre punti della mozione, nei quali si chiede al Consiglio di Stato di attivarsi presso l’Autorità federale. Dopo esame delle varie fattispecie, essa è giunta alle seguenti conclusioni: p.to a) definire in tempi brevi differenti gradi di sensibilità del territorio federale al ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone. La Commissione ritiene pertanto giustificate le richieste dei mozionanti. La Commissione consiglia inoltre il Consiglio di Stato di voler dar vita ad un’azione coordinata con gli altri cantoni dell’arco alpino, avvalendosi di elementi conoscitivi sul fenomeno lupo, affinché si possa beneficiare di basi conoscitive solide. La nostra agricoltura, i nostri allevatori, i nostri gestori del territorio i quali con le loro tipicità locali caratterizzano le nostre valli e creano attrattiva turistica, hanno bisogno di chiari, concreti segnali di sostegno duraturo e di una chiara visione di come si vuole affrontare la problematica a medio e lungo termine. Esprimono molto bene il disorientamento dei contadini i vari importanti atti parlamentari concernenti il Lupo inoltrati di recente. Insomma o diamo indicazioni di condizioni quadro stabili in cui operare a medio lungo termine o finiremo col perdere anche questa forma qualificante di gestione del territorio, a favore di una sempre più pesante riconquista da parte del bosco del nostro paesaggio variegato, rendendolo sull’arco alpino europeo quasi una banalità. Alla luce della recente chiarezza di intenti sul tema lupo espressa dai nostri Cantoni confinanti e alla luce delle conclusioni del Gran Consiglio nel 2010 riassunte in due ambiti di valenza strategica con chiari modalità d’intervento e intenti di azione coordinata quali: • definire in tempi brevi differenti gradi di sensibilità del territorio federale al ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone; • La Commissione consiglia inoltre il Consiglio di Stato di voler dar vita ad un’azione coordinata con gli altri cantoni dell’arco alpino, avvalendosi di elementi conoscitivi sul fenomeno lupo, affinché si possa beneficiare di basi conoscitive solide. Si chiede al lodevole Consiglio di Stato 1. Come sta applicando di fatto gli intenti strategici e di coordinazione definiti dal Gran Consiglio ticinese nel 2010? 2. È prevista una comunicazione ufficiale da parte del Governo a sostegno dei nostri allevatori? 3. È in agenda un incontro con i Cantoni confinanti? 4. È prevista una coordinazione tra i Cantoni sulle modalità di verifica degli attacchi da lupo così da avere procedure uniformi? Nei Grigioni un attacco in stalla da lupo è stato ritenuto assolutamente anormale e inaccettabile da noi quasi nella normalità; 5. Non si ritiene che sia giunto il momento di farsi promotori di una dichiarazione congiunta di sostanza tra i quattro Direttori dei Dipartimenti cantonali nei confronti di Berna a sostegno di principio della strategia lupo stabilita dal nostro Parlamento nel 2010 volta a definire “differenti gradi di sensibilità del territorio federale al ritorno del lupo e che di conseguenza vengano stabilite soglie d’intervento differenziate, molto più sensibili e rapide per il nostro Cantone” e quindi per i Cantoni confinanti? Cleto Ferrari, Andrea Zanini, Franco Celio, Simone Ghisla, Germano Mattei, Giacomo Garzoli, Omar Terraneo, Walter Gianora, Sergio Morisoli, Luigi Canepa, Gina La Mantia, Gianrico Corti.
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mara
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inserito il: 1.3.2017 19:01 |
Il "Primo piano" - le pagine di approfondimento 2 e 3 - del "Corriere del Ticino" di oggi, affrontano il tema del lupo. Pro e contro. Una lettura interessante, che mi trova sempre più convinta in quanto ho scritto qua sotto, nei giorni passati... Bello bellissimo il Lupo! Affascinante... si, ma... Buona lettura e buona serata!
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alfiero
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inserito il: 10.3.2017 17:30 |
Se 150 anni fa hanno potuto uccidere l'ultimo lupo non è perché avevano già ucciso tutti gli altri, ma perché i lupi arrivano dove c'è preda abbondante, il loro numero aumenta in fretta, uccidono tutti gli erbivori, e se ne vanno da soli. Come si farebbe oggi a riuscire ad uccidere tutti i lupi che ci sono in svizzera? ........... Avete un'altra spiegazione?
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Moderatrici
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inserito il: 16.3.2017 18:26 |
Spunto di riflessione, su "laRegioneTicino" di oggi, a p.11, a seguito dell'assemblea della Società cacciatori bleniesi, riunitasi recentemente a Olivone. I CACCIATORI BLENIESI SI RIVOLGONO AL GOVERNO La richiesta formulata in una risoluzione è quella di autorizzare l’abbattimento di uno o più lupi prima della stagione alpestre. Si adottino i provvedimenti necessari a contenere l’espansione dei grandi predatori, applicando con sollecitudine le misure che la legislazione in vigore già prevede. È questo l’appello contenuto nella risoluzione indirizzata al Consiglio di Stato ticinese approvata a larghissima maggioranza nel corso dell’assemblea della Società cacciatori bleniesi, che si è tenuta sabato scorso nella sala patriziale di Olivone. Una settantina i soci che hanno partecipato alla seduta, alla quale erano presenti anche il granconsigliere Walter Gianora, i tre sindaci della valle e i guardiacaccia di zona. Nella sua relazione, il presidente Giovanni Solari ha elencato le attività dello scorso anno e ha espresso preoccupazione per la situazione venutasi a creare con l’arrivo dei grandi predatori nelle valli, “dove l’allevamento del bestiame e gli alpeggi sono di primaria importanza”. La richiesta contenuta nella risoluzione a sostegno del settore agricolo è dunque che siano rapidamente adottati i provvedimenti necessari a contenere i danni causati al bestiame domestico dai grandi predatori, applicando le misure che la legislazione in vigore già prevede, scrivono i cacciatori citando l’Ordinanza sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici. L’invito è “a voler intraprendere i passi necessari presso l’Autorità federale al fine di ottenere in tempi brevi l’autorizzazione per l’abbattimento di uno o più esemplari di lupi, prima dell’arrivo della stagione alpestre”, si legge nel testo della risoluzione. È poi seguita la relazione del vicepresidente Marco Viglezio sull’andamento della stagione venatoria, definita positiva sia nel Cantone che nel distretto. L’assemblea è quindi stata informata sugli indirizzi di gestione della Federazione cacciatori ticinesi per la prossima stagione, in particolare per quanto riguarda la necessità di migliorare le modalità del controllo dei capi abbattuti, in modo da evitare disagi ai cacciatori e tutelare la qualità e la sicurezza delle prede cacciate, nel rispetto delle normative sulla conservazione e l’igiene delle carni di selvaggina. In tal senso è stata approvata una proposta volta a richiedere il ripristino del posto di controllo a Olivone, chiuso da alcuni anni.
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Gaetan
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inserito il: 1.4.2017 11:48 |
Salve. A proposito dei grandi predatori, si può fare un parallelismo con i cani fin troppo "amari". Leggete questo articolo...! di Maria Volpe QUANDO UN CANE VALE PIÙ DI UN BAMBINO… E’ un po’ che lo penso, ma avevo paura a dirlo. Sì perché nel mondo di oggi suona quasi come una profanazione. Poi, qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, in prima pagina, ho visto un titolo “Pensiamo più ai cani che ai bambini”, un’intervista di Gian Antonio Stella a Laura Girotto, una suora che da 18 anni lavora in Etiopia. E ho avuto un sussulto. Ma allora non sono matta io! Vi prego, leggetelo. La verità è che una persona come Laura, che da anni ha a che fare con l’essenzialità della vita, quando torna in Italia e si guarda attorno, vede cose che la scandalizzano. E viva Dio che c’è chi ancora si scandalizza, grida la sua indignazione e ci costringe a riflettere. Io vivo a Milano e da qualche tempo ormai ho la netta sensazione che in questa città, (forse anche altrove, me lo direte voi) ci sia più attenzione, rispetto e amore per gli animali che per bambini e anziani. Provate a entrare in un bar con un passeggino gemellare – come è capitato a me – e notate la reazione delle persone: fastidio, sopportazione, maleducazione. Provate poi a entrare con una carrozzella ingombrante con una persona anziana, e disabile. Osservate bene le reazioni: fastidio, sopportazione, maleducazione. Infine un’ultima prova: entrate con un cane, piccolo o grande che sia: sentirete gridolini di felicità incontrollata. Provate ad andare al mercato (con lo stesso passeggino e la stessa carrozzella di cui sopra) e osservate che succede. Qualche mese fa, in via san Marco, mentre facevo la spesa, sfinita, tra sacchetti pesanti e biberon, un uomo mi ha urlato: “Eh certo che se veniamo al mercato anche con il passeggino…”. (Per la cronaca, la mia risposta è stata molto volgare, qui non riportabile). L’elenco potrebbe continuare ad libitum…. Viceversa i negozi, ristoranti, mercati sono pieni di cani e gatti. Evidentemente non esiste più quella vecchia norma di educazione – per anni condivisa dalla società civile – per cui gli animali non si impongono ad altre persone, specie in ambienti pubblici perché c’è chi potrebbe non gradire, chi potrebbe aver paura, essere allergico e quant’altro. Ma provate voi a ribellarvi se entrate in un ristorante e al tavolo di fianco al vostro, c’è un cane: rischiate il linciaggio. Bene, se a tutto questo si aggiungono le considerazioni di suor Laura riguardo l’aspetto consumistico legato agli animali, il cerchio si chiude. Perché davvero non è solo un fatto di educazione, e quindi formale, (questo forse riuscirei a superarlo) è soprattutto una questione di sostanza, di approccio alle cose, di valori (se va bene capovolti, se va male spariti). Come dice Laura: “E’ questa sproporzione che mi indigna”. Penso che gli animali si debbano amare, non rendere pupazzi simil-umani. So di essere impopolare e antica (direi di no… n.d.r.), ma questo è il mio pensiero. E chiariamo: il mio non è affatto disamore per gli animali. E’ desiderio di priorità. Lo stesso amore, rispetto, attenzione, solidarietà, cura, generosità, tolleranza, disponibilità che la società oggi ha per gli animali, li vorrei per bimbi e anziani. Anzi no, ne vorrei di più per bimbi e anziani. (P.S. per favore l’unico commento che vi chiedo di non fare è: “gli animali sono spesso meglio di certi uomini” …. Vi prego, questo no).
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alfiero
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inserito il: 2.6.2017 18:15 |
A proposito di lupi, forse, non abbiamo mai pensato che il lupo ha bisogno di ammazzare una quantità di animali 10, 20, 30 volte superiore a quanto gli servirebbe per vivere. ....... Se recintiamo gli animali domestici, a farne le spese saranno gli erbivori selvatici e a proliferare, grazie all'abbondanza di cibo, saranno le specie saprofite. ............. che i "lupisti" spieghino quali sono le conseguenze sulla biodiversità, della presenza del lupo in un ambiente straricco di cibo, con un suo naturale nemico (l'Uomo) che non osa difendersi .............. e poi chiediamo a chi fa fatica a campare se è opportuno dare la priorità alle spese per per conciliare la presenza del lupo con il vivere umano.
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mara
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inserito il: 11.10.2019 10:54 |
Condivido con piacere, e personalmente ne condivido anche il contenuto. :-) Le regioni di montagna sostengono la nuova Legge sulla caccia Nell’ambito della revisione della legge sulla caccia, il Parlamento federale ha modificato una legislazione che non era più adatta ai bisogni attuali. Questa revisione assicura la sicurezza giuridica, permette di gestire la fauna in maniera equilibrata e di trattare i grandi predatori in modo pragmatico, trovando delle soluzioni per quanto riguarda gli individui che abbiano causato dei danni presso gli animali di allevamento. Il referendum annunciato mette in pericolo le conquiste della nuova legge sulla caccia, e minaccia la coesione della Svizzera. La legge riveduta sulla caccia, adottata dalle due Camere, rappresenta un passo nella buona direzione. L’introduzione di misure, come i corridoi faunistici e l’obbligo di ricerca della selvaggina, rappresentano delle disposizioni a favore della fauna. Queste sono state d’altra parte approvate dai cantoni, oltre che dalle organizzazioni interessate. Tuttavia, la diffusione incontrollata dei grandi predatori, che si osserva attualmente, minaccia l’allevamento di piccoli animali nelle regioni di montagna e nelle zone di estivazione. Oltre alle misure di protezione delle greggi, è necessario disporre di strumenti efficaci per regolare la popolazione dei grandi predatori, come richiesto dalla Mozione Engler. In questo modo, sarà possibile preservare i pascoli di montagna, oltre agli alpeggi, luoghi caratterizzati da un’importante diversità per quanto riguarda la fauna e la flora. La legge riveduta sulla caccia risponde a queste diverse preoccupazioni. Il lupo, nell’ambito di questa legge riveduta sulla caccia, resterà un animale protetto, conformemente agli accordi di protezione internazionali. Tuttavia, le nuove disposizioni legali si adattano agli sviluppi delle popolazioni dei grandi predatori, registrati in Svizzera e in Europa. Le autorità cantonali si vedranno così attribuite maggiori competenze. I cantoni dispongono di conoscenze e di competenze necessarie per applicare questa legge, in modo coscienzioso e durevole. Contrariamente a quanto pretendono alcuni settori ambientalisti, le legge riveduta sulla caccia, non rappresenta una legge per eliminare l’importante popolazione dei grandi predatori, ma per regolarla. Permetterà anche di assicurare l’accessibilità della montagna, sia alla popolazione locale, che ai turisti. Di conseguenza, il SAB sostiene la legge riveduta sulla caccia e respinge il referendum. Con il lancio di un referendum contro la legge sulla caccia, esiste il rischio di creare un divario tra la popolazione urbana e la popolazione rurale; ciò sarebbe pregiudizievole per la coesione della Svizzera. Comunicato Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), Berna, 8 ottobre 2019
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mara
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inserito il: 11.10.2019 22:10 |
Condivido quanto comunicato dal SAB, mi sembra un'opinione molto realistica, pragmatica e che collima con le realtà di valle. Inoltre non ho mai capito chi difende a prescindere il lupo, come se il valore delle vite (anche animali) fosse differente. Che la vita di un lupo valga di più di quella di una pecora? Ma chi lo ha detto??? Amo e adoro gli animali, stimo i bravi e buoni cacciatori che con etica cacciano, rispetto la caccia anche per le sue funzioni. Personalmente non riuscirei a sparare ad un animale, lupo o cervo che sia. Ma, in queste situazioni, occorre un sensato compromesso che lasci da parte un pochetto le emozioni "protezionistiche". E in queste come in altre tematiche, la differenza "centri urbani" - "regioni di montagna" si manifesta assai chiaramente... e non sempre la nostra cara e buona democrazia rispetta in pieno le realtà, ovviamente dei "più piccoli" o "dispersi".
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gaetan
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inserito il: 29.2.2020 20:29 |
Ha ragione Mara.
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gaetan
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inserito il: 29.2.2020 20:35 |
Certi animalisti cosiddetti, fanno una differenza magari tra un cane e una mucca, un lupo e una pecora, poi sono magari ghiotti di carne. Che dire allora?
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GRANDI PREDATORI
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