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Blenio Café
CAMPO BLENIO E NARA, QUAL
FUTURO?
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Moderatrici
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inserito il: 6.10.2007 20:29 |
Cari utenti del BC, di fronte ad eventi forti ed importanti come l'annunciato deposito dei bilanci in Pretura della Società Cooperativa che gestisce gli impianti di risalita di Campo Blenio e di fronte agli eventi simili avvenuti recentemente in altre regioni montane del Cantone, ci pare opportuno aprire la discussione in questo senso nel nostro Forum. Quale futuro hanno queste stazioni? Se foste nei panni del Cantone, quali soluzioni-decisioni prendereste? (domanda da... mezzo milione!!! ne siamo ben coscienti... :-)) Il titolo di questa discussione non comprende il Centro Nordico di Campra, essendo la sua clientela, le sue effettive potenzialità nonché peculiarità, relativamente diverse da una stazione con impianti di risalita. Naturalmente, anche tenuto conto del progetto di Nuovo centro in corso (che ovviamente ci auspichiamo vada in porto), chi vuole può esprimersi anche su questa stazione invernale. Sperando in un inverno con molta neve, Le Moderatrici
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Gina
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inserito il: 7.10.2007 17:12 |
Domanda da mezzo millione, veramente. Vedo le stazioni sciistiche di Campo Blenio e del Nara come dei luoghi per la popolazione della valle soprattutto, per le famiglie, per i ragazzi dove possono divertirsi, stare insieme nella natura e fare dello sport. Gli Sci Club svolgono un ruolo importante ed educativo. Ma: la cruda realtà è che la neve scarseggia, e in Svizzera saranno poche le stazioni che riusciranno a sopravvivere, solo quelle in altissima quota. Come ambientalista sono scettica di fronte ai canoni da neve che, visto il surriscaldamento globale, non faranno miracoli. E mi chiedo quanto senso abbia di sussidiare gli impianti di risalita e lo sport invernale. Forse sarebbe meglio cercare di creare un'offerta (come già si fa, in parte) anche in assenza di neve, sull'arco di tutto l'anno: sia il Nara che Campo Blenio sono dei posti bellissimi per fare escursioni, gite in cavallo, p.e., forse mountain biking, che ne so. Se la neve c'è, tanto meglio. Se non c'è, offrire delle alternative. E allora sì, direi che si dovrebbe sussidiare, e soprattutto anche allacciare le stazioni alla rete del trasporto pubblico!
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alfiero
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inserito il: 8.10.2007 19:24 |
Buongiorno, moderatrici e a tutti, Futuro per le stazioni ?........ continuare a funzionare. Credo che non esista una risposta netta, disponibile in 4 e 4’8 alla vostra domanda da mezzo milione, se non quella tragica ed irresponsabile di gettare tutte le spugne. Credo, però, che in Blenio si possa contare sull’esistenza di una serie di strumenti che danno buone probabilità di soluzioni durevoli. Preferisco dire dove comincerebbe il mio ragionamento, se fossi nei panni (come dice la vostra domanda) del Cantone ad analizzare la situazione bleniese. - Sono le sinergie fra i vari progetti fattibili a dare le migliori speranze, (vanno trattati contemporaneamente), - I progetti di cui più si parla non sono gli unici fattibili, massicci interventi forestali intesi ad avere un reddito futuro, oppure la creazione di un Parco turistico a tema, orientato verso la formazione professionale nell’ambito sanitario-salute-benessere, oppure offerte turistiche senza neve, sono esempi, il tutto da inserire nel processo di sinergie, da progettare, - È l'unione costituita, di tutte le forze bleniesi ad avere sufficiente calibro per trattare le cose, - Soddisfano soprattutto esigenze sociali, non solo locali, gli impianti turistici e le strutture del settore salute e sanitario bleniesi, - Sono anche le leggi dello Stato (ed è forse giusto che sia così) che permettono ai centri di organizzarsi per accogliere grossi produttori di profitti, buoni contribuenti, ospiti dalla borsa spesa lussuosa, ecc. ecc. mentre obbligano le valli a far loro da contorno ed equilibrio estetico ambientale ad accentuare le differenze della condizione economica fra regioni diverse del Cantone, - È quindi legittimo il livellamento dello squilibrio dei redditi delle regioni, e dovrebbe avvenire non più nel complicato ambito pubblico (vedi vari modi di compensazione intercomunale, che spero vengano superati dalle riforme comunali) ma direttamente nell’ambito privato (chi è, sul piano economico, favorito da leggi dello Stato o da sistemi di gestione del territorio circostante deve sostenere finanziariamente il ruolo di chi ne è sfavorito), (una nota catena di supermercati sostiene la cultura con un “% culturale”, perché un simile meccanismo non potrebbe essere alla base di un sostegno finanziario agile e diretto alle strutture a ruolo sociale delle valli?), - Sono anche le nostre (di noi bleniesi) rivendicazioni, fatte tramite i massmedia, per dimostrare o meno la nostra tenace volontà di portare a buon esito i nostri progetti, che danno fiducia agli investitori privati e pubblici (qui si fa troppo poco), - È una pianificazione a medio e lungo termine impegnativa per tutti, e non l’improvvisazione e le pianificazioni indicative a garantire il percorso di realizzazione dei progetti, - È la formazione nella professione specifica di cui necessitano le persone che faranno funzionare i progetti realizzati, il nostro asso nella manica! - Il Ticino, per le sue peculiarità, sarà destinatario, sempre più, di attenzioni provenienti da fuori, ed avrà bisogno di sempre maggiori occasioni per il tempo libero, per cui il Cantone ha secondo me solo due scelte: spendere oggi per non lasciar deperire o spendere domani per riordinare il disastro, - Certo al Cantone spetta il compito, e per certi aspetti il diritto, di verificare il buon uso dei mezzi investiti e delle risorse naturali utilizzate. - Decisioni da prendere? Non interrompere l’esercizio delle strutture esistenti (errore madornale capitato ad altre strutture). E poi….. pianificare il cammino verso l’autofinanziamento delle imprese turistiche. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ne sono consapevole, ogni proposto va analizzato e infine adottato o scartato, ma penso che qualche concetto (magari valido finora) troppo condiviso anche da noi non sia più di stimolo e vada ora modificato. Ciao.
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Fabio Mandioni
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inserito il: 9.10.2007 3:10 |
Mi fa molto piacere leggere l'interesse dimostrato alla domanda posta dalle moderatrici Mara e Gabriella, ma vi devo tranquillamente dire a titolo personale e non come responsabile degli impianti del Nara, che dobbiamo rendere grazie a persone quali Pedemina, Cattaneo, Martinelli e Frapolli e molti altri che hanno avuto il coraggio di provocare la discussione, ma a loro volta di costruire qualcosa che senza di loro non sarebbe mai stato realizzato, vedi Cari, Bosco Gurin, ecc.. Oggi come oggi con una frequenza di 30'000 persone per stagione, una stazione al Sud delle Alpi può solo esistere con l'aiuto del Comune, Cantone o altro; per questa ragione la visione e direzione che il Cantone sta per adottare è l'unica strada da percorrere nel futuro. E noi dobbiamo solo seguire la strada e non sprecare benzina nel percorrere oltre 100km o andare oltre Gottardo a fare i nostri corsi di sci o vacanze natalizie, ma sfruttare la nostra offerta che il nostro Cantone e la nostra natura ci mettono a disposizione. É chiaro che il nostro Cantone dovrà aiutarci finanziariamente a fare in modo che le manutenzioni straordinarie e ordinarie vengano eseguite, in modo di mantenere la sicurezza rischiesta. Noi avremo il compito di fare in modo che le cifre di gestione risultino positive. Sperando che la neve scenda copiosa, vi attendiamo numerosi sulle piste nella nostra meravigliosa Valle di Blenio.
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Gina
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inserito il: 16.10.2007 21:57 |
Colgo l'occasione per porre una domanda al Signor Mandioni: non sarebbe molto più positivo tenere aperti gli impianti del Nara tutto l'anno, di modo che gli escursionisti in primavera/estate/autunno possano usufruirne per arrivare ad una quota che permette loro di fare veramente dei bei giri, senza dover per forza tornare al punto di partenza, per recuperare l'automobile? Io sono convinta che il futuro del Nara è lì. So che già quest'estate l'impianto è stato in funzione, ma a orari molto ridotti, e solo a partire da Cancorì. Invece credo che l'offerta debba essere molto regolare ed affidabile, e rivolta anche alle persone senza automobile, per esempio i molti pensionati che si muovono bene e volentieri con l'abbonamento generale in tutta la Svizzera. Noto anche che qui ci si dimentica un po' che tradizionalmente la stagione escursionistica per gli svizzero tedeschi è l'autunno: peccato che tante offerte (p.es. il "Bus Alpin" che porta ai piedi della Greina) chiudono già fine agosto. Saluto cordialmente!
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marcello
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inserito il: 18.10.2007 12:26 |
È fuori discussione, le stazioni invernali della valle costituiscono una realtà economica importante, negli anni hanno contribuito in modo determinante all'economia della nostra regione, e a far crescere anche una certa apertura mentale in tutti noi. Ora si parla di riposizionamento... facile a dirsi, ma il successo appare tutt'altro che scontato. Io la butto... -Cantone e Comuni, al posto di finanziare con svariate centinaia di migliaia di franchi l'apertura invernale del Lucomagno, i cui indotti a favore della Valle di Blenio sono ancora tutti da dimostrare, non sarebbe forse più sensato sostenere le stazioni di Campo, del Nara e di Campra?
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Arturo
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inserito il: 20.10.2007 6:39 |
Bravo Alfiero, finalmente un intervento mirato ed intelligente. Sono d'accordo che il futuro delle stazioni Bleniesi sarà possibile solo attraverso una conduzione professionale, e alla condizione che si creino le premesse finanziarie che permettano un autofinanziamento. Facile a dirsi, ma complesso da realizzare, tuttavia non impossibile, a condizione che l'ente pubblico aiuti in modo mirato e le società si diano da fare per diversificare l'offerta. Da ambo le parti, si dovrà cambiare mentalità, da parte dell'Ente pubblico non si dovrà ragionare solo in termini puramente economici (vedi IRE) ma considerare anche una parte sociale e solidale di sostegno alle regioni periferiche, dall'altra, i privati dovranno mettere in conto una gestione oculata e ridurre all'osso i costi di gestione. Con queste premesse, con progetti studiati e a misura d'uomo, tralasciando le manie megalomani di questi ultimi anni, credo che ci potrà essere un futuro anche per le nostre stazioni Bleniesi.
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marcello
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inserito il: 21.10.2007 14:42 |
Buongiorno Arturo, buongiorno a tutti, queste tue riflessioni di tipo politico le condivido solo in parte. Da quanto si legge, gli addetti alla stazione del Nara operano in parte come volontariato, proprio per limitare i costi, la gestione professionale appare quindi poco praticabile. Le diversificazione dell'offerta, con reali probabilità di successo, passa attraverso nuovi investimenti, ben sappiamo quali sono le difficoltà attuali per ottenere ulteriori crediti. Non mi sembra che negl'ultimi tempi si siano portati avanti progetti megalomani, ma solo dei tentativi per migliorare l'offerta. Condivido, l'ente pubblico non dovrà ragionare solo in termini economici, ma considerare molti altri aspetti che hai giustamente elencato. Ma siccome da diversi anni stanno raschiando il barile... oramai siamo il fanalino di coda a livello Svizzero, e senza un profondo cambiamento strutturale la situazione non cambierà, torno alla mia proposta iniziale: -Usiamo i soldi che servono all'apertura invernale del Lucomagno per salvare le stazioni bleniesi! Buona domenica a tutti.
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arturo
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inserito il: 25.10.2007 5:44 |
Caro Marcello, non condivido la tua proposta, l'apertura del Lucomagno è un via aperta che potrà dare i suoi frutti a lunga scadenza, cioé quando ci saremo dotati di infastrutture di vero richiamo. Ammiro e sostengo il lavoro, molto professionale, svolto dai volontari degli Amici del Nara, certo contribuiscono a contenere i costi e mi auguro che durino a lungo, purtroppo, e tu lo sai benissimo, basta che i trascinatori smettano anche per fattori indipendenti dalla loro volontà e allora saranno guai. La gestione professionale che intendevo era un'altra e prima o poi, se veramente vogliamo sviluppare strutture durature che stiano in piedi, dovremo passare per questo metodo, mi riservo di approfondire l'argomento in una prossima tornata. Per i progetti megalomani, non mi riferivo alla Valle di Blenio ma ad altri che ormai occupano le prime pagine dei giornali. Noi raschiamo il fondo del barile, loro hanno nuotato nei milioni, ma i risultati non mi sembrano lusinghieri. Per tornare alla tua riflessione, lasciamo i soldi del Lucomagno dove sono e concentriamioci tutti assieme per reperire fondi da altre parti, unendoci in progetti di valenza regionale per poter accedere ai finanzaimenti messi a disposizione dalla NPR che prenderà forma già a partire dal 1° gennaio 2008. Purtroppo non ci saranno altre vie per beneficiare del sostegno dell'ente pubblico. Questa sarà la sfida che ci aspetta nel prossimo futuro. Saluti a tutti.
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Stefano
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inserito il: 25.10.2007 7:36 |
Ciao marcello! Condivido appieno la tua proposta. Saluti, Stefano
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CAMPO BLENIO E NARA, QUAL
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