Blenio Café
CAMPO BLENIO E NARA, QUAL FUTURO?
lo scriba montano
inserito il: 24.9.2014 18:47
interessante articolo

In sintesi; i grandi diventano e devono diventare sempre più grandi a discapito degli altri. Evidentemente la qualità che questi "grandi" devono offrire (sedili riscaldati, WF sulla linea, design Porsche, sedili ruotanti lateralmente per visionare il panorama, eccetera) porta ad avere costi eccessivi, e di conseguenza aumento dei prezzi. Prezzi che diventano quasi impossibili per le persone comuni (giornaliere a Fr 90, caffè a Fr 8, piatto di patatine a Fr 25 eccetera); linea veloce ad entrata prioritaria onde evitare le code con supplemento di prezzo, prenotazione dell’ora di salita sempre con sovvraprezzo.

L’attività è in calo, ma questa tendenza è iniziata quasi venti anni fa, in particolare per la clientela locale e nazionale.
Solo che i grandi hanno la possibilità e la forza di andare lontano a cercare la clientela benestante, e gli altri devono barcamenarsi come possono e raccogliere la clientela che trovano.

Tale discorso vale anche per le attività estive. Anche qui, la concorrenza spinge; necessita investire in attività ed impianti (piste BMX, slittovie, percorsi aerei, eccetera), poi nella maggior parte dei casi i costi superano le entrate e siamo ai piedi della scala.

I bilanci delle singole società parlano chiaro.
Difficile trovare la giusta medicina; a volte solo palliativi, placebo e cerotti.

Nella medesima pagina, pure interessante è l'articolo di cui appare il titolo a riguardo dell'incidente al Schilthorn.

A scapito della compressione dei costi, (in particolare nelle stazioni che non possono fare parte delle sopracitate élite) ne va di mezzo la qualità del servizio, con compressioni e riduzione della formazione, mancati aumenti ed a volte diminuzioni degli stipendi (diversi impiegati da lunghi anni e con approvata esperienza devono cercare altri impieghi), con la riduzione al minimo dei requisiti richiesti della manutenzione e dei rinnovi.

Uno dei punti deboli è l’autocertificazione; può portare a delle carenze, magari a volte inconsapevolmente, di qualità /sicurezza. È il gioco del gatto che si morde la coda.
Quindi; gestione superficiale, (in qualche caso dilettantistica) servizio che trovi, impiegato che trovi e clientela che trovi.

Fortunatamente non dappertutto e non sempre. Qualche piccola stazioncina (anche in Ticino), sul servizio, almeno parzialmente si salva. Pochissimi (per non dire nessuno) si salvano sul numero di utenti necessari a far quadrare i conti.

stesso discorso non vale solo per le stazioni sciistiche ma, anche per altri fornitori di servizi al turista.

le nostre stazioni un piccolo asso nella manica potrebbero averlo!
alfiero
inserito il: 25.9.2014 9:44
Se non erro vi é un'analisi che dice che "il ritorno" dei parchi svizzeri va da 2 a 6 volte gli investimenti pubblici. Non so dettagliare oltre. Nemmeno so se noi saremo fra i fortunati che moltiplicherà per 6 o fra i meno forntunati che possono moltiplicare solo per 2.

Una statistica potrebbe dire se i nostri impianti di risalita fanno meglio o peggio.

Io sono convinto che il rapporto soldi pubblici investiti e vantaggi economici e vantaggi sociali prodotti sia migliore nel caso degli impianti invernali. Tutto da dimostrare, ma anche da verificare e confrontare con le previsioni in fatto di volontà politica di fornire poi i soldi promessi e di continuare a prometterne altri. La domanda non é da buttar via: meglio salvare quello che c'è o creare altri impegni.
lo scriba montano
inserito il: 25.9.2014 16:12
le statistiche dicevano (8 anni fa - ora non sono più aggiornato) che per ogni Fr investito era subito uno e mezzo perso.

il recupero lo si calcolava sulla ricaduta per i clienti che si fermano a dormire negli hotels.
Sul cliente giornaliero ( la maggioranza nostra) non si recupera niente, anzi la perdita aumenta se non è assicurato un minimo di passaggi paganti per stagione.
Quasi tutte le nostre stazioni non raggiungono il numero minimo di passaggi.

Questo è dimostrato dal fatto che nemmeno con i vari aiuti, si riesce a pareggiare i conti.
Con una gestione /conduzione razionalizzata al massimo (che non vuol dire tirare il collo, ma gestire dove si può) la bilancia potrebbe cambiare direzione.
mara
inserito il: 15.1.2016 23:58
Interessante l'articolo dal titolo "Nuovo turismo invernale" a firma DW pubblicato sul settimanale "Cooperazione" (N.2) del 12 gennaio a p.17...

...e interessante il servizio, leggero ma ricco di spunti, che lo precede dal titolo "La felicità anche con poca neve", p. 13-17.
Riferisce della stagione invernale a Braunwald, un paesino glaronese stupendo immerso nel silenzio (non vi circolano auto e l'unica via d'accesso è una funicolare)! Anche qui, tanti spunti...
Braunwald merita una visita, in ogni stagione!

epaper.cooperazione.ch/epaper/2016/2/CO60

E chissà che non si possa copiare qualcosa ;-)
CAMPO BLENIO E NARA, QUAL FUTURO?
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