Blenio Café
VALLE DI BLENIO, VALLE DEI PARCHI?
Giacomo
inserito il: 15.9.2006 16:10
Ciao a tutti!
ho letto qua e là e non so se ho capito giusto... si vorrebbe fare un altro parco in Valle??? Ma allora che? Facciamo della Valle un solo parco unico, da Biasca al Lucomagno, così sono tutti contenti... Boh, a me sembra ora una "parcomania"... ma forse non ho capito giusto...
Grazie a chi mi dà qualche "delucidazione"...

ciao, giak
marcello
inserito il: 15.9.2006 18:40
Mi lascio andare ud un processo alle intenzioni: Spero senza cartellino giallo da parte di Blenio Café.
L'iniziativa é partita dall'unione contadini, ora tutti sanno e vedono dove sta andando a finire l'agricoltura, la liberalizzazione del mercato sta tagliando ogni possibilità di sopravvivenza del settore primario nelle zone di montagna, la necessità aguzza l'ingeno, complimenti a chi ha avuto l'idea, ma pf niente divieti supplementari ;-))
Giacomo
inserito il: 15.9.2006 18:46
E il Parc Adula, allora?
Fate due parchi in una sola Valle, dal territorio mica poi così tanto vasto??? (in paragone ad altri parchi nazionali, ovviamente). Non si arrischia di diventare ridicoli? O perlomeno "uniamo" le forze e i progetti...
mara
inserito il: 15.9.2006 20:33
Ciao Marcello,
grazie per essere uno degli assidui frequentatori del Blenio Café. Noi non daremo a nessuno "cartellini gialli" o "rossi".
Semplicemente di tanto in tanto controlliamo il contenuto dei contributi del BC a garanzia che gli stessi non ledano (attraverso parole incivili o scortesie gravi, ecc) le persone e rispettino il buon senso generale.
Se casi del genere dovessero presentarsi (ma speriamo vivamente di no, nel buon nome dei bleniesi e di chi visita la valle!), ci riserviamo il diritto di cancellare il o i messaggi, con spiegazione personale e privata al mittente.

Quindi vai tranquillo, non sei ancora da "cartellino giallo" ! :-)

Per il Team www.vallediblenio.ch
mara maestrani e gabriella zacek, aquila-dangio
daniele
inserito il: 16.9.2006 4:46
Rieccomi e ciao,

mi ricordo di una frase che mi disse a suo tempo un amico (tale amico non è il sig. Nessuno ma bensì titolare di cattedra di antropologia alpina della più autorevole università italiana e vice presidente del CAI):

"lasciate fare i parchi dagli americani che hanno gli spazi e la giusta morfologia del territorio; in più, i nostri (vedi Italia ma non solo) vanno più o meno a catafascio e costano un'enormità a gestirli e mantenerli in rapporto alla ricaduta che producono".

Tanto in America i parchi sono visitati da milioni di persone ogni anno ma... al massimo fino a trecento/cinquecento metri dal parcheggio; andare a vedere per credere!!

Noi i parchi quasi quasi li abbiamo già.. vedi Greina ecc...(anche il caro Lucomagno..salvo i fine settimana d'estate e quando è più o meno bel tempo..) bisogna solo apprendere e far apprendere la cultura del rispetto e del giusto utilizzo delle risorse e del territorio.

Ci farebbero forse più comodo dei progetti concreti che lasciano una ricaduta anche se limitata ma sicura, che progetti a volte fantascientifici, che sembra promettano chi sa quale indotto e poi in fin dei conti...

Non vorrei sembrare troppo disfattista, però...
saluti alla prossima
marcello
inserito il: 16.9.2006 13:39
Come già detto questo progetto mi sembra essere un semplice pretesto per salvare l'agricoltura di montagna, nel senso di fare affluire nuovi sussidi, quelli attuali andranno sparendo, vedi trattati europei e mondiali sul libero commercio. Son d'accordissimo i due progetti vanno unificati. Anche se per il PARC ADULA nutro dei dubbi, vedi topic precedente.
Axel
inserito il: 26.9.2006 23:55
Ciao a tutti,
ho visto che il tema parchi viene trattato in due sezioni differenti, ma scriverò qui perché mi sembra il più "aggiornato".


Non capisco dai contribuiti pervenuti se salvare l'agricoltura di montagna sia un peccato o no. Io non ci vedo niente di male nel salvarla (anche tramite aiuti statali), anche perché, come dice lo stesso Marcello, la politica agricola svizzera, gli accordi europei e internazionali con il Doha Round non prospettano un grande futuro alla nostra agricoltura.
Non credo di dire niente di nuovo se l’agricoltura non è importante solo per il numero di persone occupate direttamente (3-5%?) e l’approvigionamento interno di derrate alimentari (ricordo di guerra?), ma anche per altri fattori: occupazione delle periferie, mantenimento del paesaggio (cosa sarebbe la bella Svizzera se non ci fossero i prati sfalciati?), complementarietà al turismo (una delle maggiori “industrie” elvetiche), salvaguardia di prodotti tipici (quale formaggio reggerebbe il confronto con uno dei nostri alpi? E la mazza nostrana?), ecc.
L’agricoltura in valle è ancora oggi un fattore economico diretto e indiretto importante, con un ruolo sociale altrettanto importante. Come garantirle un futuro?
Innanzi tutto il futuro l’hanno in mano gli stessi contadini, sarà impopolare dirlo, ma è così. Chi cerca nuove idee e le realizza (e qui lo Stato non può “tirarsi indietro” nell'aiutare) fa un primo passo verso la garanzia della propria sopravvivenza. Ecco che non mi meraviglia la presa di posizione dell’Unione contadini a favore dei parchi regionali. Pur non sapendo esattamente cosa la legge permetterà e no, mi sembra molto intelligente aprirsi a nuove idee, analizzarle, studiarle e poi decidere a conti fatti.
Sappiamo tutti quanto i marchi siano importanti, un paio di jeans fabbricati in Cina possono essere venduti ad un prezzo doppio o triplo rispetto allo stesso paio esposti in un supermercato solo perché c’è un’etichetta con scritto “Lewis”, “Diesel” o “Armani”. La stessa cosa può avvenire per i prodotti locali, non solo agricoli, ma pure alimentari, artigianali, wellness, soggiorni turistici, ecc. solo perché hanno un marchio di qualità legato ad un territorio ben preciso, al quale è stato posto il nome “Parco” (pensate al marchio “Bio”, c’è un mercato pronto a pagare di più e c’è chi è disposto a produrre di meno e a condizioni rigide, ma vende...).
Purtroppo, malgrado le pecche comunicative che possono avere i promotori dei parchi regionali, in valle ci si fascia la testa prima di averla rotta. Non si vuole ascoltare, si parte da idee piene di pregiudizi, si fanno i processi alle intenzioni, si denigra gratuitamente, si fanno miseri calcoli elettorali, prima ancora che la legge sia stata votata dal parlamento federale, che i decreti di applicazione siano pubblicati, che i studi e i contro studi siano terminati. Solo al termine di tutto questo si potranno tirare le somme e dire: “Sì, il santo vale la candela. No, il santo non la vale”.
Guardiamo fiduciosi al futuro, con ottimismo e senza tutte quelle paure che ci fanno chiudere su noi stessi, che non ci permettono di osare e ci fanno continuamente lamentare perché il treno delle opportunità è passato e non siamo stati abbastanza svegli da vederlo passare. In valle non abbiamo grandi sbocchi, le città tendono ad accentrare ed accorpare tutte le attività economiche, cerchiamo di non essere autolesionisti di partenza tagliandoci fuori da possibilità di sviluppo, anche se dovessero rimanere solo teoriche.

Spero che nessuno voglia farmi un processo alle intenzioni, il mio scritto non è né a favore né contrario ai parchi. È un semplice appello all'apertura, al dialogo senza pregiudizi di sorta, rimanendo critici e oggettivi.
PS: anch'io sono un cacciatore e un raccoglitore di funghi, ma questo non mi preclude di guardare oltre la difesa del mio orticello.
marcello
inserito il: 28.9.2006 19:02
Per Axel: Assolutamente niente in contrario, anzi... se i contadini attraverso questa nuova idea potranno far capo a dei contributi e garantire almeno in parte la bellezza del nostro paesaggio, avranno dato prova di una progettualità non comune! Riguardo al Parc Adula non sono ne contrario ne favorevole, la non informazione (leggi apertura al dialogo) da parte dei promotori fa nascere dei legittimi dubbi. Non si tratta di processare intenzioni altrui, ma in questo progetto vengono messi in gioco dei principi fondamentali, quali la libertà di movimento e la libertà di interagire con il nostro territorio.
Bruno
inserito il: 30.9.2006 17:57
Valle di Blenio, Valle dei parchi?
Andiamoci piano. Ma prima di pronunciarci a favore del sì o del no... informiamoci compiutamente. E qui mi associo all'amico Axel. Per una presa di posizione definitiva è giusto che ci si informi con scienza e coscienza. Così, di primo acchito, propenderei anche per il no ma, dopo un attento esame, la mia idea potrebbe anche essere modificata. Ciò che è importante dire è che occorre trarre da simili iniziative il meglio... per la nostra gente di valle cercando di lasciare da parte gli "egoismi" personali (non mi si fraintenda, mi raccomando!). Convengo comunque con chi ha avuto modo di puntualizzare che il Ticino è pur terra decisamente... microscopica (la deformazione personale mi fa utilizzare questo termine). Dunque... attenti a dire sì.
VALLE DI BLENIO, VALLE DEI PARCHI?

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