Blenio Café
Il Brenno
Moderatrici
inserito il: 15.11.2007 1:18
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Le moderatrici
Bruno Strozzi
inserito il: 15.11.2007 6:51
Il problema sollevato è rilevante, visto i precedenti, per la necessità di un allarme in caso di eventi meteorologici estremi. Tuttavia bisognerebbe anche capire perché il rilevatore è situato a monte della confluenza del Riale Vallone con il Brenno, il che significa che la quantità d'acqua che scende dal riale non viene presa in considerazione dal misuratore (limnigrafo). L'assenza di un allarme il 3 ottobre 2006 per quanto stava succedendo su quel riale è all'origine della tragedia che ha provocato la morte di Laura Columberg, perché la strada cantonale non è stata chiusa per tempo, pur essendoci degli indicatori sul riale che potevano far pensare all'esistenza di una chiusa a monte (come era già successo nel 1993). In altre parole: il misuratore non ci può dire niente sul comportamento delle acque del Riale Vallone, ma è proprio di questo fatto che bisognerebbe preoccuparsi. Stiamo lanciando in questi giorni la proposta di costruire una galleria stradale in quel tratto della cantonale (vedi www.ponterosso.ch )
Un dibattito pubblico su questo tema potrebbe anche illuminare meglio il senso della domanda di Giancarlo, che sembra non avere avuto risposta dai responsabili federali.
marcello
inserito il: 17.11.2007 13:23
"socialmente accettabile" questa è bella... non si può non notare il cinismo di certa gente.
Un morto per eventi naturali dovrebbe passare inosservato, poichè fonte di probabili ed elevati costi per far sì che l'evento non abbia a ripetersi.
Un morto per incidente va strumentalizzato per giustificare i metodi repressivi della polizia aventi quale unico scopo di riempire le casse dello Stato.
marcello
inserito il: 8.12.2007 13:14
Copio e incollo da TIO:
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"Il Municipio di Biasca non si oppone a che il Cantone, proprietario della strada cantonale in questione, costruisca una galleria o una copertura all'intersezione con il riale Vallone, ma non ritiene di doverla chiedere". Con queste parole l'esecutivo di Biasca spiega il suo mancato appoggio alla petizione lanciata dall'Associazione Ponte Rosso.
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Bruno
inserito il: 10.12.2007 6:00
Abbiamo diffuso il seguente comunicato in risposta, per ora, alla lettera del Municipio di Biasca, diretta a contrastare la nostra proposta.
"A seguito della presa di posizione negativa del Municipio di Biasca rispetto alla proposta di copertura totale della strada cantonale in zona Ponte Rosso, ed all'azione di una parte “politica” che, con lo stesso scopo, si sta cercando di portare avanti tra i Comuni della valle di Blenio, la nostra associazione comunica alla popolazione tutta che:
1.- La raccolta delle firme continua con successo e andrà avanti fino ad aprile 2008. La stragrande maggioranza delle persone si chiede come mai si continui a voler negare l’evidenza della necessità e della fattibilità del progetto di galleria. (vedi www.ponterosso.ch )

2.- Il Municipio di Biasca si sente in dovere di difendere il progetto attualmente in corso sul riale Vallone, e questo lo comprendiamo benissimo, dopo tutti gli sforzi fatti per riuscire finalmente a farlo approvare. Abbiamo sempre detto e ribadiamo ancora che questi lavori sono utili a limitare il possibile afflusso di detriti sulla strada e sul fiume Brenno. Tuttavia è altrettanto evidente che nessuno può affermare che il problema della sicurezza sulla strada viene in questo modo risolto al 100 %, e tantomeno oggi lo potrebbe sostenere il progettista. Per due semplici motivi:
a) rispetto al primo progetto (presentato dal Comune di Biasca e rifiutato dal Cantone nel 1996, e vedremo con quale motivazione) l’attuale dimensione della vasca di contenimento dei detriti del riale è stata ridotta di molto a causa della presenza del materiale Alptransit, situazione a cui ci si è dovuti adattare volenti o nolenti. Quindi il primo calcolo del progettista (che aveva come riferimento la frana del 1993) teneva conto di una dimensione realistica del materiale da contenere. Il progetto che ora si realizza non ha potuto tener conto di quanto è successo nel 2006, ed il fatto che la vasca sia più piccola è in contraddizione con la conferma data dalla frana del 2006, praticamente identica a quella del 1993.
b) Il secondo motivo riguarda il “deviatore” (che nel primo progetto dell’ing. Filippini non c’era) creato oggi nel riale a monte. È questo il punto più critico dell’intero progetto : riuscire a deviare il materiale sulla destra indirizzandolo verso la vasca di contenimento, e nel contempo permettere alle acque (nei momenti di forti precipitazioni) di defluire anche lungo il vecchio alveo. Si tratta di una vera e propria scommessa, se si tiene conto del fatto che (vista l’esperienza che ci offrono i 2 episodi 1993 e 2006) la formazione di una serra a monte sul riale è la vera fonte del pericolo, con il flusso detritico che si mette in movimento quando la serra si rompe. Vista la situazione del materiale sempre presente sul letto del riale, a partire dalla zona ai piedi del “Püpon” (la parte di montagna che si sta muovendo), nessuno può ragionevolmente sostenere che il materiale accumulato da una serra in quella zona potrebbe essere facilmente indirizzato unicamente verso la vasca di contenimento vicina alla strada cantonale. Questi sono i motivi che ci fanno dire che, se intendiamo fare una informazione corretta, non possiamo oggi affermare che con l’attuale progetto dell’ing. Filippini riusciamo a garantire la sicurezza totale sulla strada cantonale."

Seguirà in settimana una presa di posizione più globale sull'intera questione.

Associazione Ponterosso
cp 1415
6710 Biasca


Bruno
inserito il: 10.12.2007 7:38
Il Brenno, con i suoi affluenti piccoli e grandi, è uno dei tanti
casi delle valli alpine che oggi rendono evidente l'importanza (per le opere di premunizione) delle mappe delle zone di pericolo, aggiornate in tempo reale.
Propongo una riflessione su alcune domande che riguardano questo tema.

· Ci possiamo domandare innanzitutto perché le carte delle zone di pericolo in Ticino non sono di pubblico dominio e la loro consultazione presso l'Istituto di scienze della terra è possibile solo previa autorizzazione del DT ? (vedi www.ist.supsi.ch/4dati_1dati_2.php )

· Vi sono mutamenti climatici in atto che stanno provocando una maggior frequenza e una diversa periodicità di forti precipitazioni in tempi brevi. Le mappe delle zone a rischio in che misura tengono conto di questo fatto per il futuro ?

· Nel caso specifico di Biasca è stato dato per es. il permesso a costruire il nuovo Ecocentro (per la raccolta dei rifiuti) proprio in una zona risultata poi ad alto rischio, in una zona fuori abitato, ai piedi della montagna. Durante l'alluvione del 3 ottobre 2006 il nuovo Centro è stato sommerso e danneggiato dalle acque e dai materiali del riale che scende in quel punto. Perché non è stato possibile prevedere questo ?

. Malgrado l'esistenza di mappe dei pericoli che riguardano il territorio della valle di Blenio, per la zona del riale Vallone e del Ponte Rosso, dopo due frane identiche che hanno sommerso la strada cantonale (1993 e 2006), con 3 feriti ed un morto, oggi si tende ancora a minimizzare il rischio, o a considerarlo "socialmente accettabile". I lavori in corso sul riale sono importanti, ma non possono dare una sicurezza totale per gli utenti della strada, tanto che lo stesso Municipio di Biasca (dopo aver affermato che , con questi lavori, "la necessaria sicurezza sarà garantita", vedi pag. 4 della lettera) ritiene però necessario chiedere al Cantone la messa in funzione di semafori collegati a sensori, per le situazioni di emergenza, in modo che sia possibile dare un allarme in tempo reale. Ecco il passaggio :
"Consideriamo comunque che, per la tranquillità degli utenti della strada del Lucomagno e per minimizzare ulteriormente i rischi residui che nessuna opera di premunizione può completamente eliminare, il Cantone debba approfondire l'impianto di un sistema di preallarme efficace (rilevatori e semafori)".
Al lettore la conclusione....
Il problema riguarda in realtà la conoscenza dei comportamenti reali delle acque e dei materiali durante le forti precipitazioni. Una mappa dei pericoli in questo caso dovrebbe aver evidenziato da tempo le caratteristiche di quel sito, che pure erano già state descritte in passato da perizie diverse. Se la conoscenza di questo fosse diffusa e diventasse normalità per il largo pubblico, la sensibilità al problema sarebbe più grande, ed anche chi ha la responsabilità di decidere sul da fare sarebbe più attento ad evitare la banalizzazione dei pericoli.

Invito ancora a visitare il sito www.ponterosso.ch ed a scaricare il formulario per sottoscrivere la proposta di galleria.
Mi piacerebbe che chi non è d'accordo provasse comunque a discutere L'obiettivo della nostra iniziativa è quello di sensibilizzare al confronto sui fatti e sui dati reali. Nessuno pretende di avere la soluzione già pronta in mano e gli abitanti della Valle di Blenio sono sicuramente più sensibili alla sicurezza delle persone che a quella delle rane...
Non ci sono forse altre situazioni in valle che meriterebbero pure un'attenzione per la sicurezza collettiva?





Valerio
inserito il: 17.12.2007 14:38
Un sabato mattina di metà agosto ho sentito in radio che Berna è disposta a sussidiare fino al 70% opere atte a scongiurare disastri geologici. Quindi il Crenone, con il riale Vallone, sicuramente potrebbe entrare a far parte di questo possibile finanziamento in quanto:
1) collegamento importante per una intera Valle (Blenio)
2) collegamento invernale voluto con Surselva
3) protezione del paese di Biasca
4) transito veicolare di 8000 macchine al giorno

E' vera questa informazione sentita dal sottoscritto in radio? E' ancora attuale? Se si perché non proporla, eseguire un'opera che si reputa importante e lascia un certo indotto economico alla nostra regione. Quel 30% mancante non riusciamo a coprirlo tra Cantone, Comune di Biasca e Comuni della Valle di Blenio?

AUGURI ai politici per la RI-valutazione del loro voto e proposta

Valerio
Gianluca
inserito il: 13.10.2008 4:34
Stasera ho visto un bel documentario su TSI 1 all'interno di "Storie" che ha percorso idealmente il Brenno, il Ticino e infine il Po fino alla foce, mostrando l'importanza di questi fiumi nell'unire e dividere le genti, i vari dialetti parlati e come questi fiumi una volta erano vitali per le persone e ora, invece, lo sono molto meno (parlando principalmente del Po).

Ciao.
carla
inserito il: 13.10.2008 16:01
Anche a me è piaciuto moltissimo il documentario "Steigia" di Michelangelo Gandolfi, sia per le immagini, sia per il contenuto. Per chi non l'avesse visto c'è la replica oggi alle 12.00 su TSI 2.
Gianluca
inserito il: 15.10.2008 2:28
Si può vedere il documentario in streaming anche sul sito della RTSI:

www.rtsi.ch/trasm/storie/welcome.cfm?idg=0&ids...

Occorre aver installato il programma gratuito real player per questo tipo di streaming.

Ciao.
Gianluca.
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